Calcio
Arrendiamoci con Ventura
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2016-06-08
Non si può nominare commissario tecnico della Nazionale italiana un allenatore, per quanto capace, di 68 anni, quasi nessuna esperienza internazionale e di carisma inesistente. Ci sembra una cosa talmente ovvia che scriverla sarebbe superfluo. Ma evidentemente tanto ovvia non è visto che la quasi totalità dei media e degli addetti ai lavori plaude a questa scelta di Tavecchio, su suggerimento di Lippi (soltanto a Cialtronia si deve ricorrere a giuristi per capire se il ruolo di direttore tecnico della Nazionale è incompatibile con l’avere un figlio procuratore di potenziali giocatori della Nazionale), come se Ventura fosse l’unico disponibile ad allenare l’Italia e non invece un problema di cui Cairo si era liberato con le belle maniere perché dopo cinque anni in un posto, con il quinto oltretutto pessimo, un allenatore difficilmente può rimanere con la stessa intensità degli inizi. Una scelta mediocre, al ribasso, al risparmio, con l’effetto di sancire la pace permanente fra la FIGC e i club, che fanno giustamente i propri interessi e sopra ogni altra cosa detestano non gli stage, quasi sempre un pretesto, ma il c.t. di personalità come Conte, che ogni tanto si incazza e ricorda che l’Italia dovrebbe essere più importante delle sue singole parti. Visto che nemmeno Guardiola o Simeone potrebbero trasformare Pellé o Sturaro, sarebbe stata molto più netta la scelta di un allenatore con una storia soltanto federale. Come a dire: siamo un’altra cosa, non siamo in vendita a cinesi o arabi. Va comunque ricordato che l’allenatore di estrazione federale è iniziato con Bearzot e finito con Vicini, con la parentesi di Maldini: tre c.t. amatissimi senza distinzioni di tifo di club, non a caso. Federale puro non lo era nemmeno Pozzo, che veniva da Torino e Milan, tanto meno lo erano Fabbri, Valcareggi, Bernardini o le tante ‘commissioni’, oltre a Sacchi, Trapattoni, Lippi, Donadoni, Prandelli e Conte. L’unico aspetto per cui la scelta di Ventura ha un senso è il livello medio dei calciatori italiani, non molto diverso da quello del Torino: ci sono allenatori da Ibrahimovic e altri da Immobile. La qualificazione al Mondiale 2018 non è scontata: senza fare i disfattisti, Ventura o non Ventura, è probabile che nel girone la Spagna arrivi prima e l’Italia seconda, andando così (se non sarà la peggiore fra le seconde dei nove gironi) agli spareggi come fu per il Mondiale 1998 con Maldini in panchina. La scelta del c.t. è una scelta ideologica e soprattutto un segnale politico. Ecco, questo segnale è stato di resa totale.