logo

Giochi Olimpici

Alla scoperta di Guo

Stefano Olivari 23/07/2012

article-post

La quantità di canali a disposizione di un italiano del 2012 fa spesso venire in mente l’immortale, anche se non è fra le sue canzoni più conosciute, 57 channels (and nothin’ on) di Bruce Springsteen. Però l’idea di poter vedere ogni partita del torneo olimpico di pallacanestro ci manda letteralmente fuori di testa, quasi al pari di quella che dai quarti alla finale vedremo tutto alla North Greenwich Arena. Niente da scoprire su Stati Uniti, Spagna e Argentina, i quasi sicuri oro-argento-bronzo, con qualche incertezza sul bronzo, pochi (perché sono pochi fra i convocati) gli Under 20 da seguire con curiosità anche nelle partite dei gironi anche se è una forzatura parlare di scoperte in un’epoca in cui ogni grande manifestazione giovanile viene televista. Noti in tutto il mondo Anthony Davis e Jonas Valanciunas, fra l’altro anche eroe nel preolimpico per la Lituania, occhio alla Cina dove in extremis è stata convocata la guardia Ailun Guo, 18 anni e mezzo e superstella in ogni manifestazione giovanile disputata. Giocatore più giovane dei Mondiali turchi di due anni fa, Guo è abituato ad essere un go-to guy (alla cinese, ovviamente, senza fare lo sborone tatuato) ed ha una pulizia tecnica di altri tempi, quelli in cui fischiavano passi. Le prospettive NBA risiedono però solo nel passaporto e nel marketing, perché il fisico è ben lontano anche da quello di un Jeremy Lin. Al secondo posto, come Under 20 che ci susciti curiosità, il playmaker brasiliano Raulzinho: molto reclamizzato, molto veloce e d’assalto, ci sembra una versione minore di Ricky Rubio. Ammortizziamo ulteriormente l’abbonamento a FIBA.TV (soldi ben spesi, va detto: stasera ci spariamo Francia-Australia e domani Stati Uniti-Spagna) citando al terzo posto un ragazzo russo che l’anno scorso ai Mondiali Under 19 ha fatto benissimo, l’ala piccola Sergey Karasev. Sui due metri, una vaga somiglianza di movenze con Gordon Hayward, anche lui gioca in patria. Nel Triumph Libertsy, allenato dal padre Vasily (playmaker di CSKA e nazionale russa per un decennio buono),  sta facendo bene: non ha un grandissimo tiro, ma ha un grande futuro FIBA. Detto questo, la maggior parte delle nazionali presenti a Londra sono quelle della generazione dei trentenni, a partire da Spagna e Francia.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    Chi guarda le Paralimpiadi

    Chi guarda le Paralimpiadi? Ce lo chiediamo perché i dati Auditel dicono che gli ascolti della manifestazione in corso a Parigi stanno andando su Rai 2 piuttosto bene, comunque in linea con la media di rete: ieri sera in prime time, ad esempio, l’atletica paralimpica è stata seguita da 856.000 persone, con uno share medio […]

  • preview

    Olimpiadi senza inflazione

    Perché le Olimpiadi rimangono dentro di noi nonostante siano finite da quasi due settimane e tutto il resto dello sport sia ricominciato o non sia mai stato interrotto? La risposta è semplicissima, non merita nemmeno un Di qua o di là: le Olimpiadi sono il massimo dello sport perché sono la principale manifestazione sportiva fra […]

  • preview

    Meglio il Palio di Siena

    Oscar Eleni accompagnato dal topo cervo, amico della puzzola maculata, fra il deserto nero e quello bianco per confessare al priore del convento che dopo le Olimpiadi siamo rimasti stregati dalla verità delle gare, così diversa da tutto il resto. Dalla vendita di pentole che introduce a stagioni meravigliose: lo fanno persino il mondo del […]