Baggio o Sacchi?

17 Luglio 2024 di Stefano Olivari

Roberto Baggio o Arrigo Sacchi? Non è il solito generico sondaggio per dividere chi ama il calcio dei giocatori e chi quello degli allenatori, come se fossero in contraddizione, ma una domanda concreta dopo l’intervento di Sacchi sulla Gazzetta dello Sport nel trentennale della finale mondiale di Pasadena. Al termine dell’articolo, in cui se la prende con Andreotti, Matarrese, il caldo, i tifosi italiani, l’arbitro degli ottavi e gli avversari politici di Berlusconi, scrive testuale: “La differenza fra la mia Italia del 1994 e l’Italia di Lippi del 2006 che ha vinto il titolo è un rigore: Robert Baggio lo sbaglia, Fabio Grosso lo segna“. Frase che ha generato molte reazioni nel mondo del calcio, prima fra tutte quella di Aldo Serena.

Una sottolineatura assurdamente crudele, visto che quella Italia arrivò in finale quasi soltanto per merito di Baggio, con il gol all’ultimo minuto (e poi il rigore) alla Nigeria di Mussi, la prestazione e il gol della vittoria contro la Spagna e la doppietta contro la Bulgaria in semifinale. Senza contare che rigori in quella serie finale furono sbagliati anche da Baresi e Massaro (erano il primo e il quarto, mentre Albertini ed Evani segnarono i loro), e che se Baggio avesse segnato il Brasile avrebbe probabilmente vinto lo stesso, tirando il quinto rigore con un rigorista quasi infallibile (un solo errore in carriera) come Bebeto. Ma il punto non è ovviamente questo, bensì la distribuzione delle responsabilità, ammesso che arrivare ai rigori contro il Brasile meno brasiliano di sempre sia una colpa.

Per Sacchi vale lo schema “Abbiamo vinto, hanno perso” di tanti allenatori, da Conte a Mourinho, con netta prevalenza dei giochisti e di quelli da progetto. Ma nella memoria di chi c’era e non ha visto soltanto quei rigori finali su YouTube è rimasta una Nazionale che in proporzione ai campioni che aveva giocava da cani, anche se ovviamente rispetto a quella canissima di Spalletti stiamo parlando di un altro pianeta. Quanto a Baggio, come spiegatoci dal coautore del nostro libro su Italia ’90 (presto lo riscriveremo, ormai svincolati da accordi e limitazioni), molti compagni non lo ritenevano fenomenale ed in ogni caso lo consideravano uno al quale al momento del dunque mancava sempre qualcosa. La salute, come nella finale del ’94, la personalità come nella semifinale del ’90, la fortuna come nei quarti del ’98. Detto che noi siamo invece pro Baggio e che arrivare ad una finale mondiale è un risultato comunque pazzesco, ecco la domanda, volgendola in positivo: chi fra Baggio e Sacchi ha più meriti per il secondo posto del ’94? Bei tempi, in ogni caso.

stefano@indiscreto.net

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