Che fine ha fatto Camila Giorgi

18 Luglio 2024 di Stefano Olivari

Dov’è Camila Giorgi? La sua vita è sempre stata un mistero quando giocava, figurarsi dall’inizio di maggio quando si è ritirata a 32 anni perché non ne poteva più del tennis e perché non faceva più risultati, anche a causa di problemi fisici. Senza contare che l’aria in Italia si stava facendo pesante per gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, per debiti vari e anche per la vicenda del green pass (sembra un secolo fa) ottenuto illegalmente. Da parte sua il 12 maggio uno scarno saluto su Instagram, confermando il ritiro. Poi soltanto un segnale social, la foto di ieri in cui attraversa la strada di una supposta Dallas (come da hashtag) con la faccia al solito inespressiva e tag per Chanel e Dolce & Gabbana.

“Exploring the City”, così scrive Camila, parole intorno a cui noi fan abbiamo dibattuto al livello di ‘Rosebud’. Certo non ne sa molto di più il suo avvocato, che si è dimesso a causa della irreperibilità della Giorgi, e fra le tante segnalazioni hanno cittadinanza anche quelle che l’hanno individuata nelle settimane scorse a Roma. Non a Calenzano, dove ufficialmente risiede ma nessuno la vede da mesi. Affari suoi, al massimo del Fisco se davvero Camila deve soldi allo Stato. Noi vogliamo usare il suo post come pretesto per una riflessione che coinvolge anche Jasmine Paolini,  al netto del patriottismo emblema della crisi del tennis femminile a livello tecnico (stiamo parlando di una ragazza che fino a 28 anni non aveva superato il secondo turno in uno Slam) e di personaggi.

In sintesi: nel tennis di oggi esiste una classe media clamorosa per quantità, la classe a cui appartenevano la Giorgi e la Paolini, che a seconda del contesto può vincere uno Slam o stare ai margini del main draw. La grande colpa tennistica della Giorgi è quella di non avere mai sfruttato le occasioni: il suo miglior risultato in un grande torneo rimangono quindi i quarti di Wimbledon 2018. Poi certo il trionfo a Montreal poco dopo l’enorme chance olimpica buttata nei quarti contro la Svitolina, le tantissime vittorie contro top 10, dalla Sharapova alla Sabalenka: questo non toglie che nel tennis il campo non menta. Più della Giorgi la Paolini ha avuto la passione, la voglia di migliorare, l’umiltà di cambiare quasi radicalmente un gioco che l’aveva portata nelle prime 30 ma con poche prospettive ulteriori. Per questo la Giorgi sarà ricordata con l’amore per le rose non colte e la Paolini come una campionessa.

stefano@indiscreto.net

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