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Di qua o di là

De André o Battisti?

Indiscreto 11/01/2019

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I vent’anni dalla morte di Fabrizio De André, scomparso l’11 gennaio 1999 per un tumore, hanno ispirato tanti articoli e tanti servizi. Non si può dire, nel suo caso, che sia stato rivalutato dopo la morte perché il cantautore genovese era oggetto di culto anche da vivo, in un contesto mediatico che lo aveva elevato a santino. Di sicuro De André è stato uno dei grandi della musica italiana ed è curioso che sia morto a soli quattro mesi e pochi chilometri (a Milano) di distanza da Lucio Battisti, altro carattere difficile ma senz’altro molto più popolare di De André nonostante l’autoreclusione dell’ultimo ventennio di vita. Giusto accomunarli per l’epoca, ma De André e Battisti avevano pubblici differenti e spesso in contrasto, come di solito avviene fra le tifoserie degli artisti. Il ‘Di qua o di là’ ci sta quindi tutto, anche uscendo dal clima anni Settanta che contrapponeva i cosiddetti impegnati, con De André come simbolo, ai presunti disimpegnati come Battisti. Sinistra contro destra, in senso lato. Significativo che, almeno a nostra memoria, non abbiano mai fatto niente insieme e che raramente si siano anche solo incrociati.

La contrapposizione ha superato le generazioni, al di là dei gusti musicali e di una minoranza illuminata che apprezza entrambi, ed è arrivata fino ai giorni nostri in cui la tecnologia consente di parlare del passato come se fossimo nel 2019, come se ai nostri tempi ci fossimo messi a discutere di Modugno e Tony Dallara, cioè della musica dei genitori. Senz’altro differente è la gestione della loro memoria da parte degli eredi: De André è dappertutto, iperinflazionato oggetto di manifestazioni e di rievocazioni, mentre Battisti viene quasi nascosto come era da vivo, generando per questo anche polemiche (da ricordare quella recente di Mogol) non disinteressate. Una scelta vile potrebbe essere De André come testi e Battisti come musica, ma un artista è un pacchetto unico, con elementi non separabili, e quindi bisogna schierarsi. Di sicuro Battisti è stato un grande innovatore, sganciando la musica italiana dalla sua traduzione melodica, ma soprattutto uno che ha cavalcato con successo generi diversi, arrivando addirittura a sfiorare la disco music e il rap. E di sicuro De André, che musicalmente non ha inventato nulla partendo da Brassens e arrivando a una sorta di folk molto personale, è stato quel grande poeta che Battisti non è stato nemmeno per interposti Mogol e Panella. Scelta semplice: De André o Battisti?

 

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