Il problema di Dexter

Dexter Morgan come Alessia Trost, condannato ad alzare sempre di più l’asticella per farci sognare. Pochi giorni fa si è conclusa su Fox Crime la settima serie dell’edizione italiana, con il nostro eroe che commette il più grande crimine possibile: infrangere il proprio codice di comportamento. O meglio, lo fa infrangere alla sorella Debra, tenente della polizia di Miami (ma, per citare Alessandra Amoroso, che te lo dico a fare?). Fino ad ora l’ematologo dello stesso dipartimento della sorella aveva ammazzato, quasi sempre con il rituale a lui caro, solo persone che avevano fatto del male (dall’omicidio in su) ad altre persone e che quindi secondo la sua visione del mondo erano meritevoli della morte. Chissà cosa farebbe un poliziotto così in Italia, dove un tale di Milano che ha ucciso e sbranato la fidanzata è di recente tornato in libertà dopo dieci anni di carcere non esattamente duro e nel pieno rispetto delle leggi: 30 anni diventati 16 con il patteggiamento in appello, più indulto più tre mesi per ogni anno di buona condotta. Ma dicevano dell’asticella… nella scena finale della settima serie Debra si trova a dover scegliere fra l’arresto del fratello e l’uccisione del capitano La Guerta che ha scoperto i segreti di entrambi. Buona la seconda. A questo punto non vorremmo essere nei panni degli sceneggiatori, che ormai dalla terza serie non possono più copiare dai romanzi di Jeff Lindsay (la serie è di fatto basata solo sul primo, La mano sinistra di Dio). Scherziamo, ovviamente, vorremmo essere sì nei loro panni invece che scrivere di calcio sotto pseudonimo (i negri italiani quindi ci sono). Il problema è che la carta dell’incesto (relativo, lui è stato adottato) fra Dexter e Debra è già stata giocata, quando lei si è dichiarata raccogliendo freddezza (lui in quel momento stava con un’avvelenatrice seriale) e che ormai mezza Florida è disseminata di indizi. Alla fine il vero problema di Dexter è quello di non essere italiano.

http://www.youtube.com/watch?v=MdSZK9DE0iw