Musica
Le migliori canzoni di Flavia Fortunato
Indiscreto 24/03/2024
Chi è abbastanza fortunato per essere stato per lo meno bambino negli anni ‘80 non potrà non essersi imbattuto almeno una volta in una canzone di Flavia Fortunato. Anche lei iscritta all’eterno Festival di Indiscreto, di diritto ma anche per festeggiare i suoi 60 anni appena compiuti. Calabrese, natia di Cosenza, Flavia Fortunato è uno dei simboli musicali del magico decennio con ben 5 partecipazioni a Sanremo dal 1983 al 1988 (in pratica ha saltato solo il 1985) più un’altra nel 1992 in coppia con Franco Fasano. Vediamo quindi le sue tre canzoni in votazione, due scelte dalle classifiche dello streaming ed una (non diciamo quale, come al solito) dai gusti di una redazione che considera Flavia Fortunato una delle proprie icone.
Ecco che partiamo con Casco Blu, per il suo esordio all’Ariston dopo un paio di singoli l’anno precedente. Brano ambientato nel mondo delle corse automobilistiche, con lei che trema in attesa che il pilota finisca la gara indenne (Non partire, dove vai? Stai rischiando e tu lo sai. Perché lo fai, perché lo fai?), su una base elettronica dove basso e tastiere la fanno da padrone. Indimenticabile in tal senso anche la versione maxi da 7 minuti e mezzo. Sicuro riempipista dell’epoca, registra un buon riscontro tanto che Flavia Fortunato viene riportata in gara nel 1984.
La canzone si intitola Aspettami ogni sera e questa volta deve molto alle atmosfere alla What a feeling del maestro Moroder che la trascinano in terza posizione tra le Nuove Proposte, sezione introdotta da Pippo Baudo proprio in quell’edizione, dietro ad Eros Ramazzotti (Terra Promessa) e Marco Armani (Solo con l’anima mia). Con un testo di attesa e domande (Io tengo a bada il cuore facendo finta che sia bugia… Ma in fondo è un’idea ancora manchi tu…) conquista di fatto le giurie e in parte anche le classifiche di vendita.
Flavia Fortunato compie quindi il salto di categoria due anni dopo tornando in gara questa volta tra i Big, forte anche di una popolarità televisiva guadagnata nella conduzione di trasmissioni come Discoring. Il brano, un vero e proprio inno generazionale, si intitola Verso il 2000 ed è ancora oggi, con le sue domande (Quante miglia deve alzarsi un aliante per essere cielo?) nella memoria di chi seguiva quei fantastici Sanremo. Da lì prosegue tra musica, teatro e televisione per poi, come tutti i grandi, scegliere il mito rispetto alla carriera.
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