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Calcio

Geografia di fine stagione

Stefano Olivari 27/05/2009

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di Stefano Olivari
Il principale metodo per perdere è seguire il gioco della massa, pensando sia indicativo di ‘quello che pensano i bene informati’. La quota si abbassa? C’è qualcosa sotto, per non dire di peggio. E invece no, la massa è per definizione male informata: altrimenti non esisterebbe il banco. Considerazione contraddetta dai volumi sul pari di Chievo-Bologna: enormi, da far scendere la quota a livelli imbarazzanti (vista a 1,30). E poi è stato pari davvero. Ma qualche appassionato avrà anche seguito l’ultima giornata di Premier League. Alla vigilia così si presentava il fondo della classifica: Sunderland (avversario del Chelsea, già qualificato alla Champions) 36 punti, Hull City (con il Manchester United già campione) 35, Newcastle 34 (con l’Aston Villa, sicuro dell’Europa League), Middlesbrough 32 (con Il West Ham, a centro classifica) e West Bromwich Albion 31 (con il Blackburn già salvo). Tre le retrocessioni. Tutti i presupposti per la festa del ‘tarocco’ o del non impegno da parte delle loro avversarie. Questo dicevano le quote, anche quelle dei principali operatori britannici: scese moltissimo venerdì e punitive nei confronti delle teoriche più forti. Peccato per gli scommettitori che hanno seguito l’onda che in quattro casi su cinque la squadra ‘demotivata’ abbia vinto e che nel quinto il WBA abbia ottenuto un inutile pareggio. La morale? Siamo in Inghilterra, terra promessa delle scommesse ma anche del calcio: seguire l’andamento dei volumi può essere utile, ma sempre tenendo presente geografia e storia.
(pubblicato sul Giornale di ieri)

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