logo

Scorretto

Giacca vista culo

Dominique Antognoni 27/09/2012

article-post

Se fossimo in Flavio Briatore non dormiremmo la notte solo all’idea di dover pagare lo stipendio al vincitore dell’edizione italiana di The Apprentice. Concorrenti di una tristezza disarmante, sia al primo livello di lettura (quello della serietà, di chi davvero crede di fare carriera attraverso la televisione) che al secondo (quello del cazzeggio, in cui tutti recitano una parte). C’è n’è uno che distribuisce champagne e si atteggia a uomo vissuto, con tanto di fazzoletto da viveur. Ci chiediamo: uno che non vende una maglietta all’outlet come fa a sopravvivere nel mondo delle bollicine? Mistero. Il sosia di Stefano Gabbana è a dir poco tremendo: di mestiere dice di fare il marketing manager, poi ha ammesso di non aver finito il liceo e si è lanciato in una polemica contro chi ha studiato di più mentre lui che viene dalla strada (a suo dire) ha capito tutto.

Briatore avrà mille difetti ma non è uno diplomatico, dice quel che pensa: quando ha buttato li uno sdegnato “Hai la giacca vista culo, vestito così non ti farei entrare manco nell’edificio” è stato straordinario. Fenomenale la risposta del sosia: “Non so cosa mi sia successo, oggi che mi sono vestito così”. Un vero marketing manager, qualsiasi cosa marketing manager voglia dire. Va detto che è l’unico di tutti che abbia un’idea di come vendere un prodotto, anche se nel mondo reale purtroppo tutti sappiamo che non basta dire “Ho un budget di 30” per pagare 30 una cosa in vetrina a 80. Per fortuna il barbuto pensoso finalmente è stato eliminato. Uno che vuole fare l’imprenditore in grande e come unica idea ha la scritta tipo graffito ci lascia perplessi. Quando ha detto che lui ha il fuoco dentro ma che questo fuoco non si vede è stato sublime. Poi, le prove della terza e della quarta puntata. Quella giocattoli è stata illuminante. Proporre una bambola con la scatolina dei trucchi? Che novità! Avremmo pagato per conoscere il vero pensiero di Preziosi in merito.  Quando il Gabbana dei poveri ha iniziato la controversia legata alla inclusione di una parrucca (meglio dei trucchi, comunque) ed è rimasto male vedendo come veniva bocciato ci siamo un po’ vergognati: sono questi i futuri imprenditori italiani? Per essere precisi lui parlava di più parrucche, pensava di creare un indotto di rilievo. E’ stato subito zittito e per tutta la puntata si è lamentato della capogruppo che non aveva capito la sua grande idea.

Per il nostro dispiacere Briatore ha già eliminato tre donne e un’altra si è ritirata: va detto che la prima voleva troppo arruffianarsi il Boss, la seconda, la presunta esperta di prodotti di bellezza, ne sapeva quanto una media casalinga, mentre la capogruppo della prova all’outlet a malapena poteva gestire se stessa. Una isterica che nell’occasione si è dimostrata anche dispotica, il massimo. A questo punto la speranza è che tutti siano attori, anche se sappiamo che di sicuro almeno qualcuno è ‘vero’. Nostra ipotesi dietrologica: la signora Briatore non gradiva una presenza femminile troppo forte, Flavio ha i suoi anni non si sa mai. La conclusione è che sono tutti così scarsi che abbiamo perso un po’ di interesse: il programma è divertente, ma la gara non esiste e si aspetta con impazienza che entri in scena Briatore. Fra i concorrenti il pubblicitario senza idee (la migliore è stata chiamare il suo gruppo ‘Il gruppo’) pare un illuminato. Il problema di Briatore sarà quando uno di loro sarà sul suo libro paga. Ma forse l’ha detto per gioco.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    La mandria dei giornalisti scrocconi

    Inviti? No, grazie. Tutte le volte in cui ci troviamo, spesso nostro malgrado, mischiati da qualche parte fra altri giornalisti (essere giornalisti non costituisce titolo di merito, è che veniamo invitati in quanto tali) ad un evento gastronomico, ci viene in mente Ruth Reichl, la più importante critica di tutti i tempi (nel settore). Ci chiediamo: se […]

  • preview

    Foodblogger di oggi e scrocconi di una volta

    Abbiamo letto su Dagospia un articolo molto simpatico, riguardante i critici gastronomici. L’argomento è assai attuale e può essere sintetizzato così: i blogger di oggi starebbero distruggendo la serietà del mestiere del critico, una volta nobile e rispettata non soltanto nel settore della cucina. Messa in questo modo la cosa potrebbe anche essere vera, se […]

  • preview

    Poter scrivere come Ruth Reichl

    Perché scriviamo di cibo? Potremmo rispondere con una frase già diventata cult: perché mangiare è godere. Oppure perché mangiare è come vivere. Perché il cibo ci aiuta a capire le persone. Perché i ristoranti ci liberano dalla triste realtà quotidiana, insieme a poche altre cose (a volte anche il calcio), fa tutto parte dell’incantesimo. Assaggiare piatti […]