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Televisione

I leoni di Sicilia

Stefano Olivari 09/10/2024

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Abbiamo da poco visto I leoni di Sicilia su Rai 1, anzi su RaiPlay, non essendo abbonati a Disney+ (uno dei pochi abbonamenti che ci manca, abbiamo anche LNP Pass) che aveva messo online gli 8 episodi già un anno fa. Con un pregiudizio positivo, perché in tanti ci avevano parlato bene del romanzo di Stefania Auci sui Florio e anche perché in fondo le saghe familiari con la grande storia sullo sfondo ci prendono sempre. Rispetto al libro, non avendolo letto, noi che stiamo in questo momento leggendo l’autobiografia di Riccardo Patrese, non lo sappiamo, ma rispetto alla media fiction RAI Beppe Fiorello-Anna Valle style o alle porcate turche di Mediaset l’opera di Pietro Genovese è un capolavoro.

La storia della famiglia più ricca nella Sicilia dell’Ottocento parte dalla povertà estrema e dall’emigrazione dei fratelli Paolo e Ignazio Florio da una Calabria ancora più povera di loro, per aprire un’attività commerciale nella ricca Palermo. Da lì parte la loro storia di successo, con il salto di qualità che avviene con Vincenzo (attore bravo nelle varie età Michele Riondino), figlio di Paolo, che partendo dai soldi fatti con l’usura (clienti i pigri nobili siciliani, gattopardi dentro) allarga le attività di famiglia: industriale della pesca, armatore, finanziere. sempre con l’ossessione di ottenere quel rispetto derivante da un titolo e/o da un buon matrimonio, che lui non ha e non avrà mai.

Tre le chiavi che abbiamo trovato interessanti dei Leoni di Sicilia. La prima è la negatività, quando non direttamente la cattiveria, di molti personaggi. Tutti onestamente attaccati ai propri interessi, con i pochi idealisti che appaiono anche sgradevoli: una scelta stilistica moderna. La seconda caratteristica da sottolineare è la lingua: non il terronese indistinto di tanta fiction ma tanti termini sicilianissimi, traducibili come picciuli e travagghiari o intraducibili come camurria, sempre però in un contesto in cui ci si esprime in italiano. Non c’è insomma bisogno dei sottotitoli alla Gomorra.

Ci siamo tenuti per la fine il terzo punto di forza dei Leoni di Sicilia televisivi: ovviamente una Miriam Leone splendida in ogni età rappresentata, nei panni della milanese (lei è di Catania) Giulia, moglie di Vincenzo Florio e donna un po’ più avanti rispetto ai tempi. Una delle poche Miss Italia a essere diventata credibile come attrice, la Leone, al cinema (il top come Eva Kant nei vari Diabolik) e in televisione (come dimenticare la Veronica Castello della trilogia 1992-1993-1994?), una di quelle bellezze animate anche dalla luce dell’intelligenza, in zona Virna Lisi.

stefano@indiscreto.net

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