Il Filottete di Glauco Mauri

30 Settembre 2024 di Stefano Olivari

Non ci ricordiamo l’ultima volta in cui siamo andati a teatro, da tanto tempo è passato. Però ci ricordiamo benissimo la prima, quando in terza elementare la maestra Fanny portò tutta la classe al Teatro Uomo di via Gulli, nella reaganiana (anche se l’immenso Ronald a quel giro non riuscì a diventare il candidato repubblicano) periferia ovest di Milano, che da poco aveva smesso di chiamarsi Cinema Adriano.

Non c’era uno spettacolo per bambini, ma nientemeno che il Filottete di Sofocle,  con protagonista e anche regista Glauco Mauri. Proprio il grande attore appena scomparso alla bella età di 94 anni e che quindi all’epoca di anni ne aveva 46. Inutile dire che della tragedia non capimmo niente, forse perché stavamo parlando di Cerilli e Oriali con altri futuri microservi, e che forse da lì nacque il nostro rapporto freddo con il teatro. Questo non ci ha impedito di apprezzare Glauco Mauri in tanti sceneggiati della RAI e anche in quel poco che ha fatto al cinema: lo psichiatra in Profondo Rosso (se si vuole provare paura consigliamo di guardare la scena della sua morte) e il padre di Nanni Moretti in Ecce Bombo, anche in questo caso protagonista di almeno una scena di culto (quella in cui lui e Michele-Nanni sono davanti al televisore, meravigliosa rappresentazione dell’incomunicabilità).

Tornando a Filottete e a Glauco Mauri, oltre alle domande poste da Sofocle ce ne siamo trascinata dietro una di livello molto più basso: meglio far vedere ai bambini una cosa che non sono in grado di capire o una cosa adeguata alla loro comprensione? L’aspetto tragico del tutto è che la domanda vale anche per gli adulti.

Share this article