La maratona delle donne

16 Ottobre 2024 di Stefano Olivari

Il primo pensiero dopo aver visto l’arrivo di Ruth Chepngetich a Chicago è stato che il suo 2h09’56” di record mondiale è un tempo inferiore a quello con cui Stefano Baldini vinse nel 2004 la maratona olimpica di Atene. Mentre abbiamo avuto bisogno del sito di World Athletics per notare che il tempo della keniana è esattamente lo stesso, al secondo, del francese Nicolas Navarro che il 10 agosto scorso a Parigi è arrivato sedicesimo nella gara delle gare, insieme ai 100 metri (poi noi preferiamo 1500 e 4×400, ma siamo noi). Poi tutti possono notare le differenze fra i percorsi: quello di Chicago è fra i più piatti, nelle grandi maratone, di solito lì si fanno grandi tempi.

Ma questo non toglie che la Chepngetich abbia battuto di quasi 4 minuti il record femminile di Chicago, stabilito nel 2023 da Sifan Hassan, e che quindi la sua impresa sia davvero senza senso e quindi da celebrare pur asteriscando la retorica come per i Pogacar, i Phelps, i Sinner, eccetera e chiedendoci come in un anno le scarpe abbiano potuto far guadagnare 4 minuti. Anche su se stessa, visto che nel 2022 a Chicago aveva vinto in 2h14’18” e l’anno prima in 2h22″31. Stiamo parlando di un’atleta trentenne di altissimo livello, campionessa del mondo nel 2019 (ma correndo in oltre 2h32’…) e molto continua, penalizzata soltanto dalla grande concorrenza casalinga, che fra le altre cose le ha impedito di qualificarsi per le ultime Olimpiadi.

Insomma, la Chepngetich non è una meteora ma anche nel suo caso siamo all’atto di fede, oltretutto in un paese come il Kenya dove i controlli antidoping a sorpresa, lontani dalle competizioni, sono davvero una sorpresa. Comunque secondo le tabelle di World Athletics, come ci ricorda lo stupendo sito Queen Atletica, il 2h09’56” vale 1339 punti ed è ‘soltanto’ il quarto record mondiale femminile come peso specifico, anche se davanti ci sono tre lanciatrici. 1339 punti significano, per fare un confronto più pop, 10″38 nei 100 metri (10″49 il record della Griffith) e tre secondi meno della Kratochvilova negli 800.

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