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Le migliori canzoni dei CCCP – Fedeli alla linea

Indiscreto 03/03/2024

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Nei giorni scorsi i CCCP – Fedeli alla linea hanno fatto notizia non soltanto per la loro reunion, ma anche perché durante uno dei concerti a Berlino hanno avuto l’idea di far salire sul palco Andrea Scanzi, per un breve monologo. Una trovata davvero punk, che il pubblico però non ha gradito, fischiando e insultando. La reazione ha avuto una controreazione, anche questa punk, di Giovanni Lindo Ferretti, con il cantante e leader dei CCCP che ha mostrato il medio al suo pubblico. Tutto meraviglioso, come l’epopea di questo gruppo che è un dovere iscrivere al punkissimo Festival di Indiscreto, non fosse altro che per la quantità di cattivi imitatori che ha generato.

Loro invece originalissimi, a partire da Ferretti, che nel corso dei decenni ha cambiato idee politiche infinite volte, partendo da Lotta Continua per arrivare a Fratelli d’Italia con una coerenza incoerente che è l’essenza stessa del punk. Spiazzare tutti a partire dai nostalgici. Per questo ogni loro brano dice cose diverse a seconda dell’ascoltatore, diversamente da quelli di altri beniamini della sinistra degli anni Ottanta e successivi, molto grevi e datati. È il caso ad esempio  di Spara Jurij, del 1984, ispirata dall’abbattimento dell’aereo coreano dell’anno prima da parte dei sovietici (Jurij è ovviamente Andropov), con 269 morti.

Davvero impossibile stilare classifiche, vista la quantità di canzoni memorabili, quindi ci affidiamo alle piattaforme di streaming e ai gusti della redazione, scegliendo come seconda in ordine cronologico Emilia paranoica, del 1985, con quel 77 che tanti dibattiti ha generato e che fra le altre cose oltre a una persona riguarda sì l’anno, ma non in senso politico (il Movimento e tutto il resto) bensì in quello della scoperta del punk in Italia grazie a Never mind the bollocks.

Del 1990, ultimo anno prima di uno scioglimento che poi non è stato uno scioglimento, durato quasi fino ad oggi, è Depressione caspica, classico esempio di loro canzone interpretabile secondo i propri pregiudizi. Ne stiamo escludendo tante, anche citatissime come la Morire del celeberrimo “Produci, consuma, crepa“, o veramente punk come la versione di Tomorrow cantata insieme ad Amanda Lear. Pochi anni di vita, di fatto soltanto gli Ottanta, se non vogliamo entrare nel delirio delle sigle (CSI, PGR) e formazioni successive, con tanto di mezze reunion, ma davvero lasciando il segno.

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