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Musica

Le migliori canzoni di Don Backy

Indiscreto 09/06/2024

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Nelle scorse settimane abbiamo seguito l’ennesima polemica, questa modernamente via social network, fra ex componenti del Clan di Celentano. Protagonisti Don Backy, che oggi iscriviamo all’ugualmente polemico Festival di Indiscreto, e Ricky Gianco: le solite storie di chi ha scritto cosa (al di là del dettaglio che spesso si trattasse di cover, quando non di plagi) e di amore-odio nei confronti dell’immenso Adriano. Di sicuro Don Backy, all’anagrafe Aldo Caponi, è fra i componenti del Clan quello che davvero ha brillato di luce propria, come interprete e come autore, per Celentano (fra le altre cose ha scritto il testo di Pregherò) e per altri, in mezzo a controversie legali che spesso lo hanno visto vincitore.

Don Backy diventa un personaggio nazionalpopolare nel 1967, a 28 anni, quando porta al Festival di Sanremo L’immensità, scritta da lui, Detto Mariano (altro personaggio fondamentale del Clan) e Mogol. La canzone, presentata in tandem con Johnny Dorelli, arriva nona nel Festival ricordato soprattutto per il suicidio di Luigi Tenco, ma a livello di vendite è un successo clamoroso e diventerà uno dei brani più coverizzati nella storia della musica italiana: fra le varie versioni la nostra preferita è quella di Gianna Nannini, fra l’altro in gioventù davvero fan di Don Backy. Al Festival torna l’anno dopo, ma soltanto come autore di successo: la sua Casa Bianca, eseguita da Ornella Vanoni e Marisa Sannia, arriva seconda dietro a Canzone per te di Sergio Endrigo, ma soprattutto Canzone, cantata da Celentano e Milva, arriva terza. Più tardi Don Backy si riapproprierà di Canzone anche come interprete, facendo dimenticare la versione sanremese, eseguita in maniera scazzata, di Celentano.

Un litigio per i diritti di Casa Bianca e altri rancori personali portano in quel 1968 alla rottura con il Clan: Don Backy adesso viaggia da solo, come musicista ed anche come attore in film di Serie A e soprattutto B (di cultissimo Elena sì.. ma di Troia, nel filone decamerotico). La terza canzone di Don Backy in gara è Sognando, che spopola nel 1976: capolavoro che parla di disagio mentale decenni prima che diventi di moda (al punto che il riferimento è diventato Fedez, fra una spedizione punitiva e l’altra), è il punto più alto della sua parabola, perché da lì in poi anche se farà tante cose nuove sarà sempre ingabbiato nel revival, suo personale e dell’ormai detestato Clan. L’idea di molti è che dimenticati i personaggi nella storia della musica Don Backy sarà ricordato più di Celentano, anche se nel presente non è così e lui con atteggiamenti un po’ alla Gasperini evidentemente ne soffre.

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