Musica
Le migliori canzoni di Gala
Indiscreto 01/09/2024
Le estati degli anni Novanta sono state segnate dell’eurodance, genere in cui gli italiani hanno spesso fatto ottime cose. Fra chi ha davvero sfondato a livello internazionale è obbligatorio iscrivere al Festival di Indiscreto la milanese Gala, all’anagrafe Gaia Rizzatto, che ha segnato la seconda metà di quel decennio e che ciclicamente ridiventa popolare. Questo grazie a soprattutto a Freed from desire, la sua hit del 1996 scritta da Molella e Phil Jay, hit lanciata ovviamente da Radio Deejay e presto diventata una di quelle canzoni che vivono di vita propria, a prescindere da interpreti, autori e contesto storico.
A colpi di “Want more and more, people just want more and more – Freedom and love, what he’s looking for” e di “Na-na-na-na-na” la canzone è anche stata adottata da varie tifoserie calcistiche, all’inizio solo inglesi ma poi anche di altri paesi, come base per cori gioiosi ma anche ironici (il “Pioli is on fire” ha avuto varie interpretazioni), per poi diventare anche qualcosa di quasi ufficiale, visto che Freed from desire si è sentita anche negli stadi dei Mondiali in Qatar e in quelli delle Olimpiadi di Parigi. La curiosità è che ai suoi tempi il successo è stato paragonabile a quello di altre sue hit, tuttora ascoltatissime ma che il pubblico generalista non associa certo a Gala.
È il caso di Let a boy cry, del 1997, con successo anche fuori dal circuito dance. E anche di Come into my life, altro colpo della coppia Molella-Phil Jay, che tutti hanno ascoltato a suo tempo e che come gli altri successi è stato cannibalizzato, in senso storico, da Freed from desire, e dai suoi mille remix e cover. Ma chi apprezza Gala e l’eurodance non necessariamente vota per un coro da stadio, oltretutto sganciato da quella nostalgia anni Novanta che è la megatendenza del momento (e quindi si devono preoccupare sia i nostalgici degli anni Novanta, diventati vecchi, sia quelli degli Ottanta, ufficialmente morti), a prescindere dalla reunion degli Oasis.