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Attualità

L’Italia è di destra o di sinistra?

Stefano Olivari 23/10/2018

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Nelle elezioni per la provincia di Trento ha vinto il centro-destra, con proporzioni incredibili rispetto al 2013 (la Lega è passata dal 6,2% al 27,1, più che compensando il calo di Forza Italia dal 4,4 al 2,8) ma con analisi che devono tenere conto delle specificità territoriali, come ad esempio il Patt oppure Futura 2018, una coalizione a base verde che pensando anche alla Germania potrebbe avere nel resto d’Italia prospettive interessanti. Al netto delle solite noiose discussioni sulla crisi del PD, che appassionano molto i giornalisti, troviamo clamoroso che dopo pochi mesi di governo nazionale il consenso per i Cinque Stelle nella provincia di Trento sia crollato dal 23,8% al 7,2. Esprimendoci in termini novecenteschi, come ci viene naturale, si può dire che la parte di destra del governo vede aumentare il suo consenso e quella di sinistra diminuirlo.

Di certo è la prima volta nel dopoguerra che il Trentino verrà governato da una coalizione di destra, dopo decenni democristiani, autonomisti e piddini. La domanda di Indiscreto è quindi diretta: l’Italia è diventata più di destra rispetto al recente passato? O meglio: l’Italia è di destra o di sinistra? Domanda che prescinde dal successo di questa o quella lista, ma che riguarda direttamente l’ideologia delle persone. Non c’è infatti dubbio che nel linguaggio comune siano stati sdoganati concetti fino a solo dieci anni fa inimmaginabili, frutto evidentemente di un sentire cambiato o semplicemente di un coming out una volta cadute le appartenenze partitiche: il voto quasi unanime per il PCI, il PDS e i vari eredi in molte zone di Emilia e Toscana era in una certa misura un voto di appartenenza, proto-leghista.

La tesi, dichiarata apertamente, di noi fini politologi di Indiscreto, è che il sentire nazionale non sia cambiato tantissimo nel corso degli ultimi settanta anni, ma che semplicemente sia caduto quell’obbligo al voto ‘perbene’. Senza andare troppo lontani, il nostro primo voto (nel 1987) fu per il partito repubblicano: ma come si fa a 19 anni a votare per il PRI? In altre parole, non è che l’italiano medio degli anni Settanta fosse a favore dell’accoglienza di mezza Africa, è che mezza Africa non era ancora arrivata in Europa: il vecchio mondo chiuso permetteva il concretizzarsi di un immaginario di sinistra, mentre quello nuovo del tutti contro tutti ha mescolato le carte: la socialdemocrazia svedese funzionava, appunto, in un paese popolato da svedesi. Ma tornando a noi, la curiosità figlia del nostro pregiudizio rimane: l’Italia è di destra o di sinistra?

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