L’ordine del tempo

3 Giugno 2024 di Stefano Olivari

Per questa sera consiglieremmo il bellissimo Amarsi un po’, alle 23 su Cine 34, ma su Indiscreto lo abbiamo già recensito e così per una volta parliamo di un film che non ci è piaciuto come L’ordine del tempo. Una vera rarità, perché di solito opere di questo tipo le abbandoniamo dopo tre minuti e quindi non le recensiamo nemmeno. Ma questo di Liliana Cavani, intercettato sull’on demand di Sky Cinema, pur essendo il peggior film visto per intero negli ultimi anni in un certo senso ci ha conquistato perché sintetizza tutto ciò che non ci piace del cinema italiano, ormai del tutto svincolato dal gradimento del pubblico. Non significa che tutti i film italiani siano insuccessi, anzi, ma soltanto che gli incassi reali al cinema ed il successo nel tempo in televisione non sono decisivi nelle scelte produttive e artistiche.

Il film, presentato nel 2023 a Venezia, altro non è che uno dei milioni di tentativi, alcuni anche riusciti benissimo, di riproporre lo schema del Grande Freddo, con alcuni amici che si ritrovano in una casa, spesso di vacanza, in questo caso a Sabaudia, facendo emergere i tanti non detti dei loro rapporti e riflettendo su un futuro che sembra non esserci. In L’ordine del tempo questo assume un significato letterale, visto che l’esistenza di queste persone e anche dello stesso pianeta è minacciata da un meteorite, con il pericolo intuito soltanto dalla domestica peruviana e dagli addetti ai lavori, fra cui uno del gruppo, l’onnipresente (nel cinema italiano) Edoardo Leo, qui nei panni improbabilissimi dell’astronomo tormentato.

Il film è tenuto in piedi dalla presenza vitale di Alessandro Gassmann, ma per il resto è il festival dei luoghi comuni e della verbosità, con un cast anche di buoni nomi (Claudia Gerini, Kseniya Rappaport, Francesca Inaudi, Valentina Cervi, Angela Molina, il tedesco specializzato in tedeschi, SS o Wermacht a seconda del film, Richard Sammel che qui però fa il trader di Borsa) ma in mezzo ad una storia inconsistente che ha la consulenza scientifica di Carlo Rovelli, cioè l’autore del libro, e nessun personaggio a cui ci si appassioni. Quindi delle loro rivelazioni (una vecchia storia lesbica, una fresca storia di corna, un amore tormentato, un disastro finanziario) non ce ne importa niente, anzi speriamo che questa borghesia venga davvero distrutta dal meteorite. La curiosità c’è però per la casa di Sabaudia: sembra abusiva, al livello di quella di Montalbano. Unico guizzo della Cavani la sottolineatura dell’appartenenza di classe sociale, fatta tramite la domestica, ma i Vanzina con Asuncion e Conception avevano già detto tutto quaranta anni prima.

stefano@indiscreto.net

Share this article