L’ultima puntata di Happy Days

Categorie: Televisione
Quaranta anni fa, il 24 settembre del 1984, andava in onda l'ultima puntata di Happy Days. Sull'americana ABC, a oltre dieci anni dall'inizio di quello che noi chiamavamo telefilm. In Italia l'avremmo vista soltanto nel 1987, sulla RAI, a chiusura dell'undicesima stagione in cui tutti erano diventati troppo vecchi per emozionarci, anche perché fra l'altro Richie Cunningham era uscito di scena  con la settima stagione, dopo il servizio militare (con il Ralph Malph giustamente ricordato dagli 883), il matrimonio con Lori Beth e la partenza per Hollywood inseguendo il sogno del cinema. Diciamo che a Ron Howard è andata bene... È ovvio che quasi tutti ci identificassimo in Richie, il ragazzo multisportivo, imbranato e decisamente poco ribelle, il bravo figlio dell'America anni Cinquanta che già pochi anni dopo era stata idealizzata, un po' come accaduto da noi con i Sessanta con revival e nostalgia in tempo reale. Insomma, Fonzie poteva essere simpatico ma non ci sentivamo Fonzie e forse nemmeno avremmo voluto essere come Fonzie, vitellone del Wisconsin sempre uguale a sé stesso e sempre più triste. Per pura inerzia quindi seguimmo le quattro stagioni (una anche su Canale 5) senza Richie, che fa una breve comparata nell'undicesima al matrimonio di Joanie con Chachi. Sarebbe stato un buon finale, ma l'ultima puntata non è questa bensì quella in cui Howard convince Fonzie a iscriversi alla Loggia del Leopardo. Puntata, sommandole tutte, numero 255, e come sceneggiatura tutt'altro che definitiva. Ma i gusti intanto erano cambiati e per molti versi gli anni Ottanta negli USA erano considerati i nuovi Cinquanta: inutile la nostalgia, quando per film e telefilm del genere teen c'è il presente, dalle vette di Breakfast Club e Casa Keaton in giù. E così il baricentro della nostalgia si è spostato sugli Ottanta, per rimanerci. stefano@indiscreto.net