Cinema
Scusi, chi ha fatto palo? Paolo Villaggio immortale
Stefano Olivari 03/07/2017
Paolo Villaggio è morto, a a 84 anni, e la sua morte mette in seria difficoltà gli estensori di coccodrilli, visto che non solo tutti sanno chi sia e cosa abbia fatto (ecco Wikipedia, in modo da poterla confrontare con tanti servizi ‘originali’) nella sua carriera, ma tutti hanno almeno a livello di linguaggio fatto propria la sua visione del mondo. Come si può ricordare uno che fa parte del nostro presente?
Meravigliosamente anti-italiano e proprio per questo accettato dalla massa soltanto al primo livello di lettura: il servilismo, l’opportunismo, il familismo, l’egoismo e tutto il peggio della cosiddetta ‘convivenza civile’ sono stati meravigliosamente raccontati dai suoi Fantozzi, ambientati in un’Italia che sembra datata ma non lo è. Tranne che in un aspetto, quello della coscienza di classe: se negli anni d’oro di Fantozzi definirsi impiegato era quasi motivo di orgoglio (perché comunque era ‘di più’ di operaio o contadino, e chiunque venga da famiglie di questo tipo può confermarlo), nell’Italia di oggi tutto è stato rimescolato e dell’impiegato si rimpiange soltanto lo stipendio fisso. “Quegli impiegati erano sfigati ma non infelici”, come ha spiegato lo stesso Villaggio. Che al netto della nostra sociologia da bar ci ha fatto ridere come pochi, con quel cinismo figlio della disillusione che è la vera cifra stilistica dei grandi artisti: rarissimo caso di attore-autore privo di velleità da regista.
Ognuno ha la sua scena fantozziana del cuore: fra le nostre 300 a pari merito votiamo, tratta da ‘Il secondo tragico Fantozzi‘, la visione di Inghilterra-Italia interrotta dalla telefonata aziendale, per la visione di un film cecoslovacco. Per la decimillesima volta impazziamo per la finta telecronaca di Nando Martellini (“170 anni che non vedevo una partenza così folgorante degli azzurri”), con il fantomatico McInley e la super-prestazione di Pulici, con dettagli da immortalità come il cellophane per non rovinare la poltrona e la diffusione di notizie incontrollate, come l’Italia in vantaggio 20 a 0 con gol anche di Zoff su calcio d’angolo. Un grande.