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Calcio

Maldini o Cardinale?

Stefano Olivari 16/05/2024

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Paolo Maldini o Gerry Cardinale? Non è un Di qua o di là scontato, perché non è scontato che un grande campione sia capace di gestire un club, anzi ci sono tanti esempi che dicono il contrario, e nemmeno che un manager sappia capire la specificità del calcio italiano, ed anche qui i casi negativi abbondano. Il pretesto è ovviamente la storia di censura denunciata da Alessandro Alciato riguardo alla sua intervista a Maldini per Radio Serie A, cioè la radio della Lega e nella testa di molti presidenti l’embrione della tivù della Lega stessa. Intervista in cui Maldini ha toccato vari temi, fra l’altro dicendo che non andrebbe mai in Italia a lavorare per una società diversa dal Milan, e in cui parlando dell’Inter (ma era evidente che stesse pensando alla sua ex squadra) ha sottolineato l’importanza della continuità nella struttura sportiva. Nostra traduzione grezza: Cardinale, hai fatto male a cacciarmi.

Intervista che noi abbiamo seguito su YouTube ma che a un certo punto è scomparsa per 24 ore, per poi ricomparire in seguito ad una telefonata di Maldini alla Lega. Episodio ricostruito da Alciato, che ha parlato di pressioni del Milan per non mandarla in onda, con il giornalista ex Sky, ora ad Amazon, che comunque in seguito a questo episodio ha interrotto la sua collaborazione con Radio Serie A. Insomma, ci sarebbe stato un tentativo di censura, peraltro mal riuscito, per evitare che le parole di Maldini fossero interpretate (come poi è stato da parte di chiunque le abbia ascoltate) come un attacco alla gestione attuale nel Milan, nel mirino anche di molti tifosi per cui l’aspetto sportivo viene prima dei bilanci. Parentesi: se un’intervista con toni pacati genera queste reazioni, cosa potrebbe essere in una tivù di lega la discussione su un caso da moviola?

Il Di qua o di là è quindi filosofico e va oltre Maldini, che nei suoi cinque anni da dirigente ha commesso errori ma anche fatto scelte eccellenti (a seconda del tipo di articolo si possono citare Giampaolo o Theo Hernandez), e Cardinale i cui obbiettivi finali nessuno in definitiva conosce se non per le briciole buttate lì ogni tanto dalla sua discutibile comunicazione. Il grande ex deve limitarsi a fare il tagliatore di nastri (tipo Zanetti, ma anche Antognoni o Totti quando venivano sopportati alla Fiorentina e alla Roma) e lasciar fare ai manager? Nulla impedisce al grande ex di studiare la gestione di una società e al manager di capire di calcio, ovviamente, però nella realtà dei fatti vediamo pochi dirigenti davvero bravi, anche in grandi club non soltanto italiani. Il calcio è troppo specifico anche all’interno dello sport. Ma rapportando tutto al presente e al Milan: Maldini o Cardinale?

stefano@indiscreto.net

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