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Non c’è più la NCAA di una volta

Stefano Olivari 03/01/2013

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Ci sono pochi dubbi su quali siano stati i miglior draft della storia NBA, per qualità e quantità: ex aequo 1984 (Olajuwon, Jordan, Barkley, Stockton…) e 2003 (LeBron James, Anthony, Bosh, Wade…). Mentre è sempre aperta la discussione sul peggiore, che non sempre coincide con quello della prima scelta assoluta più strampalata (Olowokandi 1998 nell’era moderna, La Rue Martin 1972 in assoluto?). Quest’anno si potrebbe andare oltre, stando alle dichiarazioni degli scout NBA e degli editorialisti esperti di college basketball presso i quali ci abbeveriamo. Nei giorni scorsi Mike DeCourcy, di Sporting News (@TSNMike) ha messo nero su bianco uno scenario che prima circolava solo a livello di pettegolezzo: “Molti dirigenti NBA che conosco mi dicono che la Lega dovrebbe rimandare il draft 2013, al limite anche annullarlo. Tutti i migliori prospetti hanno bisogno di lavoro per essere da NBA, di sicuro nessuno adesso sembra pronto. Una situazione mai vista prima”. Draft annullato? Sembra un pesce d’Aprile in anticipo, oppure una di quelle lamentele del genere ‘Non ci sono più i talenti di una volta”. Allo stato attuale la numero uno, fra i giocatori visti e stravisti, si gioca fra il duro di UNLV Anthony Bennett, una specie di mini-Karl Malone, il centro bianco di Indiana Cody Zeller e il ‘veneziano’ di UCLA Shabazz Muhammad che potenzialmente è il più forte di tutti. Scopiazzando dai mille siti di mock draft vengono da citare anche Ben McLemore di Kansas (coach Bill Self lo considera il miglior talento mai da lui allenato), guardia tiratrice che nella NBA può essere tutto o niente e il lungo di Kentucky Nerlens Noel: non proprio Sabonis, come trattamento della palla e lettura delle situazioni, ma un fisico della madonna e per gli standard attuali un buon difensore. Ecco, più o meno i primi cinque dovrebbero (condizionale obbligato, perché sono quasi tutti freshman e qualcuno magari non si dichiarerà disponibile) essere questi e non è che siamo messi molto peggio anche solo dell’anno scorso. Poi ci potrebbe essere un’attrazione europea, diciamo pure una grandissima attrazione, come Dario Saric (nato a Sebenico, gioca nel Cibona Zagabria, ma fisico e ruolo sono diversissimi dal dio scomparso 20 anni fa…), e mille spunti: dai figli (Tim Hardaway) ai nipoti (James McAdoo) d’arte, passando per speranze bianche assortite (oltre a Zeller, di sicuro Mason Plumlee) e sottovalutati senza un vero perché (DeShaun Thomas di Ohio State è il ‘nostro’). E quindi? La vera stagione NCAA, quella dei tornei di conference è solo all’inizio anche se i due mesi passati ci hanno regalato tanto (Butler-Indiana da lacrime di commozione, per i nostri gusti). Vincerà, come sempre e non solo al draft NBA, il senno di poi.

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