Parigi val bene una massa

24 Giugno 2024 di Oscar Eleni

Oscar Eleni a cavallo di una tartaruga liuto delle isole Salomone, appena tornata dal record di immersione a meno 1334 metri, per esplorare la Senna parigina prima che tutto bruci. Guardare sul fondo per capire dove dovrebbe nuotare Gregorio Paltrinieri e su quale sponda dovranno sventolare il tricolore Tamberi e Arianna Errigo dominatrice dell’europeo a Basilea cantando con lo squadrone italiano: tutti a Parigi che val bene una massa in maglia azzurra. Campioni, bella gente, figli quasi riconosciuti dallo Stato che ne mantiene parecchi  allenandoli e curandoli come figli prediletti. In una Nazione dove ci sono tanti precari, nella bella Italia del nuovo schiavismo, in attesa dei patiboli calcistici, ci liberiamo la mente  applaudendo chi  vince e porta la bandiera. Magari consumando la lingua per la solita litigata da Formula uno in Ferrari, fingendo che l’onore del Paese dipenda da calciatori che spesso se la tirano in faccia più che in porta e non certo dalla mancata difesa degli argini, convinti che il caporalato prosperi perché non abbiamo soldi per pagare abbastanza ispettori del lavoro, non certo per la banda delle coscienze sporche quelle che davanti ai morti sul lavoro, come sugli stupri, ti dicono che il “poveretto” è stato incauto e la “disgraziata”  è  andata a cercarsi il martirio. Italia circumnavigata da delizie ministeriali per test di ammissione vidimati da Galilei o magari Cristoforo Colombo in piazze storicamente poste oltre il sapere, senza voglia di votare o di votarsi, pronta a battere le mani se davvero a Parigi 2024, ammesso che si Giochi davvero, avremo un record di medaglie sapendo che comunque l’assenza della Russia pestifera aiuterà.

Al momento tutti in coda davanti alla tenda di Sinner che sorride, vince, ed è addirittura fidanzato e conquista trofei brindando  alla compagna che purtroppo non ha vinto la sua finale berlinese. Giusta gloria al nuovo tennis, peccato che le pallavoliste della squadra Velasco disturbino andando a prendersi un successo mondiale, un milione di euro, tanti premi speciali, diventando favorite e per questo tormentate già dal momento in cui torneranno a casa per una settimana di riposo super meritata, perché il vannaccismo si ribellerà a questa idea della Egonu come stella che schiaccia e non cade. Come logico davanti ad uno sport di squadra si fanno inchini ai singoli, ad un grande allenatore, per fortuna li abbiamo, ma guai riferirsi al gruppo famiglia come insegna il manuale del tifoso italiota.

Domenica dei trionfi a catena, dalle ginnaste, in singolo la Raffaeli, in gruppo le farfalle della Maccarani, del doppio tennistico di campioni avanti con l’età, delle fiorettiste di Cerioni, salutando con un colpo di cannone persino il varo della nazionale di basket senza fare i danni delle bestie che  hanno incendiato l’isola greca di Hydra, un posto meraviglioso, sparando mortaretti da una barca. Per Azzurra gioiosa carezze ammirando lo spirito e nascondendo le giuste preoccupazioni per mancanza, molto fisica, ma pure tecnica nell’organico che sono colpa di tutto il  sistema. Dal tifoso che se ne fotte se la sua squadra ha solo campioni di scuola straniera, dal proprietario che ne se ne frega se i dollari e gli euro vanno altrove e mai al settore giovanile, se gli allenatori passano più tempo  alle videoanalisi che in palestra dove serve lavoro sui fondamentali per  non dover vivere schiavi di quel maledetto tiro da tre punti. Tutti colpevoli e lo sanno bene i votanti e i votati.

Basket che discute del caso del giorno, il divorzio fra Melli, il capitano del trentunesimo scudetto milanese, e della nostra Nazionale, l’uomo che Giorgio Armani ha benedetto e abbracciato mille volte, dalla squadra nuova che ha in mente Ettore Messina. Motivi tecnici? Questione di vil denaro? Incompatibilità di caratteri anche dopo lunga convivenza? Non chiedetelo ai protagonisti della vicenda. Messina tace e costruisce il nuovo. Melli vorrebbe tacere, ma poi ammette che  da Milano non se ne sarebbe mai andato. Non chiedete obiettività a chi ricostruisce la vicenda. Per far capire dove sta il torto si parte dalla pretesa del giocatore, del suo agente per la verità, orientata verso i 2 milioni di euro, e dalla boa protettiva di casa Olimpia ferma al milione e quattro, massimo cinque. Dunque divorzio  non consensuale e per colpa di una delle parti, o del capitano illuso di poter pretendere una cifra vicina a quella che danno a Mirotic o daranno a Nebo. Le società esisteranno sempre o quasi, come direbbero alla Virtus femminile appena ritirata dal campionato di serie A facendo saltare il caro Civolani nel suo purgatorio, i campioni se ne vanno e se hanno fatto bene prima o poi saranno ricordati ritirando la loro maglia di gara. Amarezza portaci via, ma certo Messina, coi suoi tanti trofei da lucidare, saprà quello che è meglio per costruire una squadra da playoff in Eurolega.  Conoscendolo soffrirà di non avere tutti ai suoi piedi, ma le cose sono andate così e se Melli tornerà al Fenerbahce, dove è già stato ingaggiato roccia Hall, uno che a Milano ha dato bel basket e risolto molte situazioni, il Forum lo applaudirà lo stesso quando tornerà per giocare, non certo per vendicarsi. Scherziamo.

Basket che si alza in piedi per Salutare l’arbitro Begnis che ha diretto per l’ultima volta, dopo aver scollinato le 700 presenze in serie A, la nostra Nazionale a Trento nel rodaggio vincente contro la Georgia di Shengelia e di tanti, fra giocatori e allenatori, che hanno frequentato le nostre spiagge. Mondo dei canestri che con dolore saluta Abele Ferrarini, mani d’oro, testa fine, cuore grande per l’anima Fortitudo e la Nazionale. Il suo tempo è stato quello dei padri guardiani e fisioterapisti, nel basket un Galleani, un dutur Cattaneo, nell’atletica ci viene in mente subito il pittore del fuoco Nazareno Rocchetti, che oltre e curare muscoli di seta pensavano anche al campione fuori dal campo e dalla pista senza per questo farsi chiamare mental coach. Per carità, non ci stiamo lamentando se nei gruppi lavoro dei più bravi ci sono anche questi allenatori della mente, rimpiangiamo soltanto i grandi che prima di loro e di tanti allenatori si preoccupavano della salute mentale  di ragazzi che scoprivano città e società nuove, Pagelle senza dover aspettare  un responso definitivo sul futuro del Moulin Rouge parigino che sembra a pezzi:

10 Alla FEDERAZIONE e alla gente di TRENTO per la festa d’addio all’arbitro BEGNIS e per il varo della NAZIONALE in partenza per Portorico.

9 A quel satanasso di POZZECCO che ci ha stregato e nella prima partita di Azzurra gioiosa ci ha fatto apprezzare lo spirito e la mentalità della squadra nascondendo difetti che, purtroppo, ci sono.

8 A Gelsomino REPESA se prendendo il posto di DIANA  nella vulcanica TRAPANI si ricorderà di ringraziare chi ha lavorato così bene prima di lui, un grande che ha deciso di rendere focoso il finale della carriera.

7 A Max MENETTI che ha scelto di restare a Kaunas con TRINCHIERI promettendo che lo farà mangiare di meno, sempre bene, perché lui oltre che eccellente  allenatore è anche un bravissimo cuoco, ma non tutto quello che vuole.

6 Al PARTIZAN che ha confermato per due anni il diavolaccio OBRADOVIC dimostrando di essere società seria che sa rialzarsi anche dopo una stagione orribile.

5 A NAPIER se anche questa volta dovesse divorziare dall’ARMANI per una questione di soldi quando invece in tanti sono convinti che sia per motivi tecnici.

4 Alla LEGA femminile, se esiste davvero, per non aver capito in anticipo quello che stava accadendo a Bologna mentre la Virtus rinunciava alla sezione femminile.

3 A POZZECCO per non aver mantenuto la promessa di salutare BEGNIS prendendosi un fallo tecnico. Il caro Roberto avrebbe gradito un bel primo piano.

2 Alla LITUANIA se davvero pensa di amareggiarci per tutta l’estate convinta di eliminare l’Italia dalle Olimpiadi sui campi in Portorico.

1 A Gigi DATOME visto in splendida forma sulla panchina di Azzurra perché ogni volta che lo inquadravano ci veniva nostalgia  dandoci l’illusione che avrebbe potuto andare in campo.

0 A Danilo GALLINARI se non sentirà un friccico nel core ritrovandosi al centro della NAZIONALE a cui ha dato così tanto e ricevuto così poco.

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