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Parrocchietta d’argento
Stefano Olivari 25/07/2009
Ci siamo entusiasmati per l’argento di Tania Cagnotto e Francesca Dallapé per un solo fondamentale motivo, ad essere proprio onesti: perché sono italiane. Non si allenano più o meno di Guo Jingjing e Wu Minxia, medagliate d’oro, o delle messicane arrivate settime. Però le sentiamo più vicine delle loro avversarie, per i soliti mille motivi: onore a Cagnotto-Dallapé, ai loro sacrifici ed alla tensione della gara in casa dominata da campionesse. E’ bello quando si riesce ad uscire dalla cerchia di amici che di solito seguono le gare in un contesto di desolazione, è meno bello quando il telespettatore non addentro ai segreti della parrocchietta prende i commenti per ‘indipendenti’. Ci è venuto in mente questo ascoltando Stefano Bizzotto dire che i tuffatori italiani stanno andando forte a livello assoluto, ma che a livello giovanile nessuno faccia pensare al campione nonostante il buon livello medio. Un Bizzotto subito bloccato dalla puntualizzazione della seconda voce Oscar Bertone, che ha invece detto nella sostanza che il futuro è roseo perché la federazione (il cui presidente, Barelli, durante la gara faceva considerazioni di un livello tale da far rimpiangere il meno preparato dei bordocampisti) ha in essere il cosiddetto ‘Progetto Giovani’. Non sappiamo niente di tuffi, quindi non sappiamo se da questo Progetto Giovani usciranno ragazze che umilieranno le cinesi oppure il nuovo Dibiasi: abbiamo solo letto che agli Europei di Budapest, all’inizio del mese, le cose sono andate bene (sei medaglie, di cui tre d’oro). Sappiamo però che Bertone è un allenatore federale, quindi stipendiato dalla federazione di Barelli, nonché responsabile nazionale del Progetto Giovani. Certi mondi sono piccoli, con logiche familiari che si mescolano a rapporti personali: forse non esiste alcuna possibile seconda voce che non sia legata alla FIN. Ci fa più rabbia notare le stesse logiche in quelli grandi.