Perché vogliono ammazzare Trump

16 Settembre 2024 di Stefano Olivari

Perché vogliono ammazzare Donald Trump? In attesa che l’FBI faccia chiarezza totale su quanto accaduto a West Palm Beach, Florida, con un uomo armato di AK-47 che aveva messo Trump nel mirino, si può dire che il 5 novembre è ancora lontano e non è detto che il candidato repubblicano ci arrivi vivo, se a sparare saranno professionisti lucidi, messi bene in campo, e non psicopatici.

Insomma, dopo l’attentato del 13  luglio in Pennsylvania, fallito per miracolo, un’altra situazione potenzialmente simile e che è una novità anche per gli Stati Uniti: se i presidenti in carica spesso sono stati oggetto di attentati organizzati o estemporanei (e 4 sono anche morti), più raro è che l’obiettivo sia un candidato. Nella storia moderna si ricordano ovviamente Bob Kennedy ammazzato nel 1968 quando sembrava avviato a vincere le primarie democratiche, ma anche George Wallace, anche lui aspirante candidato democratico in varie tornate, che nel 1972 rimase paralizzato.

Stando sull’attualità, perché Trump genera reazioni simili in menti malate come quella di Ryan Routh ma anche in menti sane? Le reazioni, anche a freddo, di gran parte dei media al primo attentato lo dimostrano. Eppure, anche prendendo per accettabile se non auspicabile l’idea che Trump possa morire (questo si legge fra le righe della gente che piace), gli stessi media riportano in questi giorni sondaggi, come quello Reuters-Ipsos, che vedono Kamala Harris in vantaggio di 5 punti percentuali, anche se a contare saranno i vincitori quei pochi stati e non il voto globale del genere ‘uno vale uno’. Quindi o sono falsi i sondaggi, o sono in malafede i giornalisti, oppure meglio andare sul sicuro.

Qui nella trumpiana ma soprattutto jdvanciana periferia ovest, la pancia del paese, in mezzo alle discussioni sul VAR in tanti pensano che queste elezioni siano percepite da molti come l’ultima possibilità di arrestare gigantesche operazioni globali che dai convegni per superfighi sono diventate atti politici: il wokismo in tutte le sue declinazioni, l’attitudine guerrafondaia di default, il culto per le corporation. Peraltro due aspetti su tre sono anche nel DNA repubblicano, anche se non in quello di Trump. La cui scomparsa farebbe felici anche tanti repubblicani, quelli adesso definiti ‘perbene’, secondo l’ormai classico metodo Fini.

stefano@indiscreto.net

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