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Giornalismo

Pezzi di colore

Stefano Olivari 12/09/2024

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Uno dei libri sportivi meno noiosi letti negli ultimi tempi è Pezzi di colore – I campioni e le grandi firme degli anni Settanta nei racconti di un giornalista cresciuto con loro, scritto da Franco Bonera, uscito lo scorso aprile per Ultra. In sostanza è la storia della Gazzetta dello Sport degli anni Settanta, vista e vissuta dal di dentro: Bonera ci entrò giovanissimo all’inizio degli anni Settanta e ne uscì di sua volontà dopo un decennio di trasformazioni enormi anche in campo giornalistico, che portarono al Gazzetta dall’essere un giornale con poche pagine, centrato sul fatto sportivo, ad uno con dimensioni monstre centrato sui personaggi.

Una svolta che porta la firma di Gino Palumbo prima e di Candido Cannavò poi, che fecero una Gazzetta ben diversa da quella di Gualtiero Zanetti, la Gazzetta in cui era entrato Bonera trovando nella cosiddetta ‘stanza del calcio’ soltanto 11 giornalisti. Del resto le notizie vere sono sempre poche e oltretutto stiamo parlando di un’epoca, i primi anni Settanta, in cui il calciomercato era confinato in pochi articoli (senza contare che durava poche settimane e finiva al più tardi a luglio). Pezzi di colore, il cui titolo dipende dal compito che veniva affidato a Bonera, appunto il colore, cioè l’articolo un po’ fuori dagli schemi, non è comunque un palloso libro di storia del giornalismo sportivo (belle e fondate però le riflessioni sull’aridità della materia) ma una miniera di aneddoti, spesso divertenti e spesso inediti. Non bruceremo il lavoro altrui mettendoli sul web aggratis.

Storie con personaggi noti a tutti, anche ai più giovani, come Maurizio Mosca, geniale inventore di tormentoni di redazione (‘Avessi detto!‘ uno dei preferiti) e in embrione quel personaggio che sarebbe diventato negli anni Ottanta, Gianni Mura, Gianni Brera tornato da editorialista dove decenni prima era stato direttore. Molti nomi ai nostri tempi, nostri tempi di bambini-lettori, mitici forse diranno poco ai più giovani, come ad esempio Franco Mentana sorta di confessore di Bearzot e padre di Enrico (che firma la prefazione), ma già dalle prime pagine a prendere il sopravvento è il dietro le quinte di Merckcx, Facchetti, Paolo Rossi, Rivera…

Sullo sfondo le vicende editoriali e politico-sportive dell’epoca: Bonera entra nella Gazzetta di proprietà di Giuseppe Pasquale, ex presidente della FIGC (quello della Serie A a 16 squadre e dello stop agli stranieri), dimessosi dopo la sconfitta con la Corea del Nord al Mondiale 1966, che ritorna brevemente ai Bonacossa e poi passa alla FIAT, prima di essere venduta nel 1976 alla RCS, non ancora nell’orbita Agnelli. In definitiva il libro si legge bene e tutti i nomi citati dicono qualcosa agli over 50: l’elenco sarebbe lunghissimo ma lo chiudiamo subito citando il nostro, il vostro, Oscar Eleni che per quella Gazzetta seguiva l’atletica.

stefano@indiscreto.net

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