Pretty Woman

28 Maggio 2024 di Stefano Olivari

Quante volte abbiamo visto Pretty Woman? Almeno una all’anno negli ultimi trent’anni. E stasera, alle 21.30 su Rai 1, sarà difficile non dare almeno un’occhiata almeno alla scena in cui Vivian, cioè Julia Roberts (da lì partì la sua vera carriera, mentre quella di Richard Gere si rilanciò), va a fare shopping in Rodeo Drive, prima trattata come una pezzente e poi come una regina. Perché la caratteristica del film che ha consegnato all’eternità la coppia Gere-Roberts, e di pochi altri film, è che vanno visti per così dire in diretta, sui canali generalisti. Non ci sogneremmo mai, noi che ieri sera abbiamo seguito fino all’ultimo rigore Fortuna Düsseldorf-Bochum (non stiamo scherzando), di cercare Pretty Woman in streaming e meno che mai di comprare il dvd, al di là del fatto che l’unico strumento che abbiamo per leggere i dvd sia la PlayStation. Tutti conoscono la trama di Pretty Woman, tutti hanno le loro scene di culto, inutile starle ad elencare. Il fascino di questo film del 1990 è che secondo noi si tratta di un brutto film, poco originale (Cenerentola e dintorni, il principe che salva la ragazza indifesa, le prostitute di buon cuore, i capitalisti cattivi), ma fatto benissimo e curato in ogni dettaglio. A partire dal lieto fine, che noi popolo bue pretendiamo. Così come pretendiamo la bellezza dei protagonisti, perché vogliamo sognare: i cessi stiano a casa a guardare gli spareggi di Bundesliga.

stefano@indiscreto.net

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