Rozzano o Fedez

15 Ottobre 2024 di Stefano Olivari

Rozzano o Fedez? Una certa narrazione delle periferie e dell’hinterland delle grandi città è fondata oppure è un’invenzione di chi vuole atteggiarsi a duro, per motivi commerciali o machisti-criptogay? Di Rozzano, paese a Sud di Milano, si sta parlando tanto in questi giorni anche per l‘assurdo omicidio di Manuel Mastrapasqua, ucciso da un diciannovenne locale mentre tornava a casa dal lavoro, per aver reagito al furto delle cuffie. Assurdo non per il valore delle cuffie, lo sarebbe stato anche per una Ferrari, ma per il vuoto che trasmette il comportamento dell’omicida, che ha anche asserito di avere appreso della morte di Mastrapasqua andando su Tik Tok.

In un paese giusto l’omicida finirebbe al patibolo o sulla sedia elettrica. Nel declinante Occidente, culla del diritto studiato apposta per le porcate delle élite (non pochi vecchi cattivi, ma intere classi sociali: migliaia se non milioni di persone), è possibile che fra una decina di anni sia di nuovo in circolazione, magari sposando qualche scema affascinata dal personaggio e che gli avrà scritto in carcere. In ogni caso una vicenda che ha fatto di nuovo citare Rozzano in negativo, come in negativo era conosciuta per tutti quelli che ne parlano come se fosse un ghetto con la vita in pericolo ogni minuto.

Una narrazione portata avanti da chi come Fedez a Rozzano è stato soltanto di passaggio, però usando questa temporanea residenza per accreditarsi come rapper vero. In buona compagnia, visto che quasi nessuno dei rapper italiani diventati mainstream ha avuto un’infanzia difficile, almeno sotto il profilo della povertà finanziaria. Certo Fedez, la cui cilindrata umana è evidente a tutti, fa anche ridere quando in discoteca per intimorire i rivali urla ‘Io sono di Rozzano’. È così di Rozzano che ha bisogno delle guardie del corpo-ultras per non farsi prendere a sberle. Fermo restando, lo diciamo per i non milanesi, che Rozzano non è fra i 10 peggiori paesi dell’hinterland e che ci sono zone di Milano città senz’altro meno vivibili.

Il tema, per noi residenti in periferia per 40 anni della nostra vita, è interessante. Perché ragazzi cresciuti da piccolo borghesi in contesti piccolo borghesi, quando proprio gli va male, sentono il bisogno di atteggiarsi ad emarginati o delinquenti? O anche soltanto di ascoltare canzoni che evocano un mondo lontanissimo da ciò in cui si crede e da come si vive nella realtà? Poi magari c’è chi ambisce ad avere una sorella trattata da troia da uno spacciatore con la catenona d’oro, tutto può essere. Meccanismi che c’erano anche ai nostri tempi, con nomi e situazioni diversi, non è stato inventato niente. Rozzano o Fedez?

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