Attualità
Quando ricomincia la Serie A
Indiscreto 15/04/2020
La Serie A dovrebbe riprendere nel fine settimana del 30 e 31 maggio con la ventisettesima giornata del campionato (Bologna-Juventus, Atalanta-Lazio, Inter-Sassuolo, eccetera) e terminare il 19 luglio, cercando di infilare da qualche parte i recuperi della venticinquesima giornata, il ritorno delle semifinali e poi la finale di Coppa Italia. Questa l’ultima idea dei presidenti da metà classifica in su, mentre quelli a rischio retrocessione (in particolare Cairo e Cellino) vorrebbero annullare tutto, tenersi i soldi delle tivù e avere una Serie A al limite anche a 22 squadre.
Detto che si giocherebbe in ogni caso a porte chiuse e che a porte chiuse è quasi certo si giochi fino a Natale (in Lega girano già simulazioni di mancati ricavi), vendere certezze sulle date è assurdo da parte di tutti: di certo c’è che i ritorni in Italia, le quarantene e la preparazione atletica dei giocatori sono stati tarati per giocare a fine maggio. Certo è anche il complesso di inferiorità degli altri sport nei confronti del calcio, manifestato in questi giorni da molti atleti (Federica Pellegrini il più noto) e che ha in Giovanni Malagò il leader ideologico.
Il presidente del CONI è infatti uno dei miracolati del e dal coronavirus, insieme a Conte, alla grande distribuzione e a qualche oscuro medico che i media hanno nominato sul campo ‘scienziato’. Sopravvissuto al governo a trazione leghista, che di fatto ha lasciato al CONI soltanto la preparazione olimpica e il coordinamento delle federazioni, Malagò è chiaramente l’ispiratore delle mosse e delle uscite del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
Che non perde occasione per dire che il calcio non deve essere trattato diversamente dal resto dello sport. Una stupidaggine colossale, visto che il calcio di vertice è l’unico sport che può avere un senso anche a porte chiuse, avendo il botteghino un’incidenza sul fatturato non superiore al 15% (non si può dire lo stesso di pallacanestro e pallavolo), potendo vivere, in versione molto ridimensionata, con meno sponsor (cosa che non si può dire di tennis, atletica e cislicmo) e non dovendo mendicare soldi pubblici come quasi tutti gli altri.