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Calcio

Storia di Cristiano Ronaldo nel paese degli Agnelli

Stefano Olivari 15/12/2022

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Su Indiscreto stiamo scrivendo poco di calcio, un po’ perché è il nostro lavoro e quindi non ci piace farlo gratuitamente (nemmeno per noi stessi) e un po’ perché in questo periodo tolto il Mondiale c’è un solo grande tema, cioè le vicende societarie della Juventus che hanno portato alle dimissioni-esonero di Andrea Agnelli e a tutto il resto, con un finale della storia già delineato: qualche guaio giudiziario per il capro espiatorio della situazione, qualche sanzione sportiva in Europa in tempi da definire e nessuna o quasi sanzione sportiva in Italia. Oltre ovviamente alla Juventus tornata anche operativamente nelle mani di John Elkann, sempre che sua madre non vinca ai tempi supplementari. Quanto agli altri club, anche quelli in teoria rivali della Juventus, sul tema falso in bilancio-nero sono prudenti e non è difficile capire perché.

Cosa vogliamo dire? Che per scrivere il 99% di ciò che è stato scritto in queste ultime settimane non occorrevano veline di magistrati ai media amici, intercettazioni o indagini particolari. Il giornalista non è un magistrato o un poliziotto, lui non deve trovare le prove di un reato, penale o sportivo che sia, e nemmeno accusare qualcuno di un reato prima che lo faccia un magistrato, nemmeno quando il reato è avvenuto sotto i suoi occhi. Esempio riguardante un amico: lui non può accusare il presidente di provincia Tizio di avere pagato in nero il centravanti Caio (non il Caio vero), nemmeno se è stato uno dei commensali della cena in cui è stata passata la busta. Se ha una coscienza civile lo denunci alla polizia o alla Guardia di Finanza, ma certo non può titolare “Tizio ha pagato in nero Caio”.

Pur con questi limiti si possono scrivere tante cose più interessanti, sul calcio ed altri argomenti, di quelle che vengono scritte, basandosi su contatti personali e addirittura anche su notizie di dominio pubblico ma tenute basse o direttamente silenziate. Sull’argomento ‘Juventus da Cristiano Ronaldo in poi’ Paolo Ziliani è stato uno dei pochi a farlo, non l’altroieri ma in un libro scritto nell’estate 2020 e da Indiscreto pubblicato il novembre successivo, Cristiano Ronaldo nel paese degli Agnelli – Il campione della Juventus raccontato dai media italiani (sì, ci stiamo facendo pubblicità, questo è lavoro). Parliamo di più di due anni fa…

Un libro recensito da quasi nessuno, nonostante Ziliani avesse ed abbia tanti amici giornalisti, per una ragione molto semplice: prendeva in giro i media mainstream ed il loro unico registro stilistico, cioè l’esaltazione del campione o dell’allenatore di moda (il libro si chiude con gli articoli sul calcio liquido di Pirlo). Spesso in buonafede, quasi un’aggravante, a volte no. Anche se il campione è sul viale del tramonto (su questo non siamo mai stati d’accordo con Ziliani, riteniamo quella Juve-CR7 un’operazione giusta), farà saltare ogni equilibrio finanziario portando a livelli assurdi gli ingaggi dei compagni ed in definitiva rovinerà un ambiente che viene da 7 scudetti di fila e due finali di Champions recenti. In altre parole, a nessuno piace sentirsi dare del servo e quindi le mancate recensioni ci stanno tutte. Tanto 100 euro spesi in pubblicità su Facebook e Google muovono più di qualsiasi recensione.

Ci preme dire un’altra cosa: il libro è andato commercialmente  bene, ma non quanto meritasse. Da diversi influencer è stato spacciato, in questo caso sì in malafede, per anti-juventino. Invece prende in giro meccanismi mediatici che sono applicati ad ogni club, grande o piccolo. Il presidente illuminato, l’allenatore da progetto, il vecchio campione che ha il fisico di un ventenne, miliardi di telespettatori in attesa di un’amichevole, le statistiche insulse spacciate per storia del calcio… Mettete Inter, Milan, Roma, Napoli, eccetera, e troverete lo stesso non giornalismo fatto da piazzisti di un prodotto sempre peggiore e con sempre meno clienti.

Nel libro c’è anche un’analisi dei mali del calcio italiano che non riusciamo a definire una denuncia, da tanto che erano evidenti. Senza bisogno, appunto di intercettazioni e veline che infatti Ziliani non ha usato. Era sufficiente, per scrivere questa analisi, non avere il desiderio di farsi degli amici fra gli addetti ai lavori. Per questo nei prossimi giorni pubblicheremo parti del libro, che riletto fa un effetto strano: sembra scritto settimana scorsa, copiando da qualcuno. Ripensandoci, è anche per questo che facciamo fatica a scrivere dell’argomento. Bravo Ziliani, ma glielo abbiamo detto due anni fa.

stefano@indiscreto.net

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