Musica
Tre canzoni dei Righeira
Indiscreto 28/08/2022
Un duo che ha fatto storia e che mentre l’estate sta finendo proponiamo meritatamente in gara al nostro festival basato sui brani più ascoltati su Spotify. E che brani, considerato che i due finti fratelli (i Righeira, per chi non lo avesse capito) sono stati in grado di mettere a subbuglio stili e musiche, e non solo in Italia, con canzoni erroneamente siglate come tormentoni, ma che a posteriori hanno ispirato anche inaspettate analisi sociologiche.
Ma veniamo alle canzoni. La prima, del 1983, è l’eterna Vamos a la playa, vera hit del duo italiano, ma proposta al mondo in spagnolo (anche se su lato B del singolo ne esiste la versione italiana), con un testo che fa del rischio nucleare il tema portante. (“Vamos a la playa, la bomba estalló, las radiaciones tostan, y matizan de azul”). Altro che andare alla spiaggia. Un brano che riuscì a entrare in classifica anche nel Regno Unito.
Stesso grande successo anche per la successiva No tengo dinero, ancora una volta in spagnolo (“Los modernos lujos viven aquí, en el lugar más alto de mi ciudad, se nutren de imágenes y de relais, yo quisiera estar ahí más”) confermando l’indovinato connubio tra musica (siamo nelle sfere dell’italodisco) e immagine (tra colori e computer grafica).
Infine L’estate sta finendo, del 1985. Inno di tutte le estati che appunto finiscono, tra storie adolescenziali che riguardano non solo i teenager ma anche le generazioni successive. Questa volta in italiano, fa incetta di premi (compresa la vittoria al Festivalbar). Chi non ricorda quel malinconico sax che fa da apripista? “È tempo che i gabbiani arrivino in città, l’estate sta finendo, lo sai che non mi va”. Lacrime.
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