Musica
Tre canzoni di Domenico Modugno
Indiscreto 08/10/2022
È considerato il cantante che ha cambiato la musica popolare italiana negli anni ‘50, modernizzandola e arrivando addirittura in classifica negli Stati Uniti. Poi come personaggio è diventato un simbolo dell’Italia all’estero, con un’immagine più stereotipata di quanto fosse la sua musica. Stiamo ovviamente parlando di Domenico Modugno, da oggi anche lui in votazione al Festival di Indiscreto con i suoi tre brani più ascoltati su Spotify. Anche se associare Modugno a Spotify fa una certa impressione.
Partiamo da Nel blu dipinto di blu, nota anche come Volare e vincitrice del Festival di Sanremo del 1958 con la voce di Modugno e quella di un all’epoca giovanissimo Johnny Dorelli. Con il testo di Franco Migliacci, divenne un vero e proprio inno, e fu lanciata anche all’Eurovision Song Contest dello stesso anno raggiungendo il terzo posto. Vincitrice di due Grammy negli USA, premio istituito nel 1959, è una delle canzoni italiane più famose nel mondo e senz’altro la più eseguita fra quelle scritte nel dopoguerra. Con una storia controversa, perché se la musica è totalmente di Modugno l’ispirazione del testo (che comunque è di Migliacci) ha avuto diversi sedicenti padri.
Tre anni prima Modugno aveva inciso Vecchio Frack, brano che racconta la storia di un suicida, basata su un fatto di cronaca, che si rivela solo alla fine. “Galleggiando dolcemente, e lasciandosi cullare, se ne scende lentamente. Sotto i ponti verso il mare, verso il mare se ne va”. Entrata di diritto, ma solo nel tempo, tra i grandi classici del cantautore pugliese che per decenni lasciò credere di essere siciliano, su consiglio dei discografici che ritenevano più vendibile all’estero l’immagine del siciliano. Una vicenda quasi incredibile, che portò a Modugno molte critiche nella sua vera terra natale.
È ancora il suicidio il tema di Meraviglioso, del 1968. Canzone all’epoca non di immediato successo, scartata da Sanremo e con al centro la storia di un uomo salvato da “un angelo forse vestito da passante”. Il testo è di Riccardo Pazzaglia (che molti ricorderanno in Quelli della notte: curiosamente della giuria che nel 1968 aveva scartato la canzone aveva fatto parte Renzo Arbore) e il brano, registrato in due versioni dallo stesso Modugno, ha guadagnato in epoca moderna un nuovo successo grazie alla cover dei Negramaro del 2008.
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