Musica
Tre canzoni di Paolo Conte
Indiscreto 19/02/2023
La surreale polemica su Paolo Conte alla Scala ci offre l’assist per iscrivere al Festival di Indiscreto questo grande autore, diventato quasi fuori tempo massimo anche interprete delle sue canzoni. A 86 anni l’ex avvocato di Asti non ha certo bisogno di presentazioni, essendo popolarissimo anche fuori dalla nicchia del Club Tenco, e la sua produzione è così vasta da rendere difficile individuare il ‘vero Conte’, anche se come immagine quella del pianista jazz ha superato le altre. In votazione quindi le sue tre canzoni più ascoltate oggi su Spotify, mondo e tipo di ascolto fra i più lontani da quelli dei fan di Paolo Conte.
Partiamo con Via con me, successo del 1981 contenuto nell’album Paris Milonga, il primo davvero di successo all’estero, soprattutto in Francia. Era ormai da metà anni Settanta che Conte metteva la faccia e la voce sulle sue canzoni, e due anni prima aveva raggiunto il grande pubblico con Un gelato al limon. Usatissima in pubblicità e film, Via con me è stata oggetto di numerose cover anche se i successi del Conte cantautore sono difficilmente coverizzabili a meno di non farne una parodia.
Di tre anni dopo è Sparring partner, contenuta nell’album Paolo Conte, il suo terzo ad intitolarsi così. La canzone in versione strumentale era già stata presente nel 1983 nel Tu mi turbi di Benigni, ma con la voce del suo autore sarebbe diventata un’altra cosa. Tantissime le interpretazioni diverse dello stesso Conte, in ogni caso brano che assume il suo vero senso all’interno di un album che è un originalissimo omaggio alla storia del jazz.
Il Conte stella internazionale si può permettere nel 1987 un doppio album come Aguaplano, di cui Max è una delle canzoni più di impatto oltre che una delle più discusse di tutta la carriera, con ogni fan in disaccordo con tutti gli altri sul suo significato, al di là dell’evidente influenza musicale del Bolero di Ravel. “Max era Max…” Enorme la potenza evocativa, una delle canzoni che spiegano meglio Conte e il paolocontismo, con tutte le sue pose e i suoi tic a volte autoironici e a volte no. In ogni caso anche per lui gli anni d’oro sono stati gli Ottanta.
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