Tutto in famiglia

14 Ottobre 2024 di Oscar Eleni

Oscar Eleni nella valle desolata dei babbuini fra licheni gialli e rossi ascoltando l’eco di una bella intervista a Stefano Bonaga, filosofo, amante del basket come il fratello Giorgio, chimico illustre e, come lui, figlio della Virtus Bologna dove hanno camminato  ad ogni livello dalle giovanili alla prima squadra se serviva. La curiosità di un airone gigante ci spinge a chiedere ai Bonaga l’arruolamento nel club di quelli che non capiscono una minchia e insistono a parlare dicendo sempre “io, io”, tipo gli asini che con il loro iho iho forse si fanno capire meglio. Ditemi voi se si può discutere sui brividi della Milano armaniana che trova il primo eurosorriso soltanto alla fine della partita contro Parigi, della squadra nuova del Messina alle strette che per poco non lascia due punti in casa al caro Peppe Poeta e alla Brescia che rinasce bene. Fateci sapere se ha senso questo cinismo, l’arte di vedere le cose come sono e non come dovrebbero essere.

Si accoltella per rubare due cuffie, si ammazza per due soldi, si fa la guerra per due ettari di terra, si finge di volere la pace vendendo armi anche nei peggiori bar della Bovisa, ci si distrae e si applaude uno come Sinner, bersaglio grosso del momento aureo di un tennis quasi  felice, si applaudono, giustamente le ragazze della Luna Rossa femminile che vincono le loro regate, si stappa una bottiglia giusta per Ruth Chepngetich che a Chicago  corre la maratona in meno di 2 ore  e 10, prima donna al mondo a volare con le scarpe delle sette leghe di nuova fabbricazione. Tante cose insieme, brutte, molte, troppe, o belle, rare, tipo i 33 mila in tribuna per il partitone del calcio femminile vinto dalla Juventus contro le campionesse della Roma. Felicità e stupore scoprendo sulla Rai una storia di sport paraolimpico con l’argento di Parigi Matteo Betti raccontato nella  bella contrada  senese del Nicchio, leggendo pagine del libro sulla sua vita e i sogni che si avverano anche se in partenza la natura non ti ha aiutato e ci è voluta ferocia in fisioterapia per ritrovare la gioia di vivere, gareggiare, sposarsi, avere figli, raccontarsi e raccontare.

Mondi lontani dalle macerie esistenziali che trovi non soltanto in guerra e nella finta pace di strade mai sicure in città tipo Milano che hanno boschi verticali, metropolitane, uno stadio storico che non sanno come far sparire, anche se la storia li potrebbe aiutare: fate venire una nevicata come quella che  ha portato via il Palasport costruito davanti a San Siro e mai più ridato alla città che infatti per gli sport al coperto, meno l’atletica, chissà perché, cerca rifugio ad Assago, nel Forum dove si canta, si balla, si pattina, si fa pure canestro in tutte le stagioni, anche se per l’Armani il periodo migliore, da anni, è la primavera dove nasconde le sofferenze europee vincendo scudetti.

Sarà così anche in questa stagione di rivoluzioni che non convincono, anche se in casa Virtus, dopo il viaggio allucinante nella tana di Villeurbanne, pensano di essere negli stessi guai dell’Armani che era stata denudata a Monte Carlo dove puoi nascondere capitali, ma non se sei un giocatore modesto, sul campo sportivo o al casinò. Vedere le regine con i loro stracci da giorno feriale rende più allegra la concorrenza e fa brindare il mondo della A2 se al momento, nel campionato diciamo superiore, le neopromosse Trieste e Trapani stanno andando alla grande. Più i muli a stelle e strisce della squadra dell’orco Repesa che  a Scafati ha trovato una terna arbitrale che lo ha castigato due volte con falli tecnici mandandolo in spogliatoio proprio quando il suo fido assistente Diana portava verso il trionfo chi era sul 54 pari dopo 20 minuti.

Basket che ha la stessa faccia sofferta del Pozzecco inquadrato al Forum, occhietti furbi e ciglia da pettinare facendo capire che per l’allenatore della Nazionale non ha quasi senso andare a vedere le partite del campionato, meglio cercare in A2 o, magari,  a Cremona dove Zampilli ha rianimato la telecronaca nella partita dove Pistoia ha trovato il successo contro Cremona negli ultimi secondi per la felicità della famiglia Rowan. Padre presidente, ex giocatore, in panchina, mentre il figlio metteva il 22° punto nel canestro del povero signor Vanoli e di Cavina, quello del  successo e della pacificazione con chi si è appassionato al finale di partita dopo essersi chiesto per molto tempo il motivo per cui le telecamere della diretta fossero state portate in quel palazzo.

Domande senza risposta, ma per fortuna del basket ogni tanto intervistano Bianchini, qualche volta alle feste dello sport ci salva la memoria di Peterson, tipo quella di Trento dove è passato il mondo. Lassù sulla montagna offerta a Cairo, non avendo giocatori italiani da presentare, raccontare, o un Petrucci da interrogare, tradurre dal latino, nella speranza che sveli la formula per riportare al successo  almeno in Europa un basket che viaggia anni luce dietro la pallavolo dove i progetti Velasco sono rispettati  da tempo mentre il cestismo mentale respinge chi chiede coraggio, idee, fatica, insomma nel vuoto questi che organizzano hanno la fortuna di trovare Dan Peterson.  Il piccolo grande uomo che con la sua energia, i suoi libri, l’ultimo sull’ ABC del basket, ha tenuto un bel pubblico per oltre un‘ora sul palco in piazza.

Nella settimana dove le squadre femminili, Schio e Venezia, hanno salvato il bilancio nelle coppe, nel lunedì da barbiere, in attesa del doppio impegno di Eurolega per le nostre reginette, nella speranza che Trinchieri, quando sarà nel dopo partita al Forum del suo Kaunas che soffre anche nel campionato lituano, non si  metta a litigare in sala stampa. Certo non tutte le domande hanno un senso, anche se possiamo assicuragli la migliore accoglienza: più meno si prendono quasi tutti la sufficienza al Forum anche se molti fanno venire il latte alle ginocchia. Un po’ la sensazione che hai quando la Virtus spera di poter salvare l’area senza centri, colpire in attacco con il poco che ha dentro l’area pitturata dove al momento, come dice Messina, l’unico davvero utile nella sua rosa armaniana è il Ricci che era nell’ultima Virtus campione d’Italia con Djordjevic.

Cari babbuini all’ascolto, cari asini in gita premio, è ora di stroncarsi con pagelle che lasciano la stessa puzza di pesce sofferta in certe case quando chi cucina decide che per la salute fa bene anche il pesciolino indimenticabile per giorni.

10 A don ZANINELLI al centro del Domenicale, al timone di una barca che per il basket viaggia, regalando belle storie. Il suo lavoro su Naismith, fondatore della setta dei cestisti estinti, è davvero straordinario. Come i libri su Rubini o Brumatti, felici di aver aiutato quando serviva per ricordare.

9 A Dino MENEGHIN che in assenza di megafoni riesce ancora ad urlare chiedendo a questo basket italiano un po’ di coraggio. Ne ha il diritto come ex grande giocatore,  come ex presidente federale obbligato a dire quello che gli eletti di oggi e di domani  sembrano non avere. Certo loro hanno altri pensieri, tipo markenting e magari marchette varie, poi in serie A trovare un giocatore di scuola italiana è quasi impossibile.

8 Agli ex dell’Armani, da Valentine a Kamagate, da James ai tantissimi che sembrano rifiorire appena lasciano la zona di Assago, la bella palestra di allenamento al Forum, quella dove puoi sudare, imparare e chiedere aiuto ai tanti che vengono ricordati per la loro maglia, il loro talento. Una cattiveria che si apprezza.

7 A TRENTO che non fa sempre bene, ma si batte con il poco che ha, magari in coppa sbanda, ma poi va oltre i 100 punti in campionato come contro Varese che certo agevola con la sua difesa gruviera tipo Virtus a Villeurbanne.

6 All’ALIBEGOVIC che gioca per Trapani, ma in generale a tutti i ragazzi della famiglia perché ovunque li trovi vedi dei combattenti, un po’ quello che sembra diventato adesso Alessandro Gentile anche se la sua Urania imbattuta è caduta contro la rivelazione Rimini,  4 vittorie su 4, nel giorno in cui ha segnato più di 20 punti.

5 A SHIELDS e SHENGELIA le due esse magiche, non proprio super giocatori, ma insomma, per Milano e Bologna se arriveranno senza energie nei giorni in cui si decide tutto, ma certo avrebbero bisogno di compagni con la loro stessa rabbia.

4 A chi dirige la serie A2 se non troverà la forza per avere un settimanale dove il vero campionato di basket italiano possa essere  raccontato, scoperto.

3 Alla RAI, benedetto il progetto che propone dirette per il torneo di A2 e il campionato femminile, se non ci spigherà cosa la tiene lontana dalla massima serie. Stesso discorso a SKY che però si fa perdonare con lo spazio europeo concesso alla nostre truppe da sbarco spesso senza scarpe.

2 A VARESE dove lavorano benissimo, hanno buone idee, una grande tradizione da difendere, ma si trovano sempre con il bicchiere mezzo vuoto e questa  truppa dove la difesa viene considerata un male rischia di portare verso il Lago piuttosto che le montagne sacre.

1 A TRIESTE se non manderanno un bel regalo di Natale a chi le ha regalato un progetto di qualità, dirigenti di valore ed un allenatore che sa cosa vuol dire insegnare.

0 A REGGIO EMILIA, risorta alla grande contro TREVISO, perché i soliti noti chiedevano già la testa dell’allenatore e, magari, dell’uomo che anche quest’anno ha costruito una bella squadra.

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