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Volandri alto

Stefano Olivari 15/01/2008

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La sconfitta di Filippo Volandri (foto) al primo turno degli Australian Open contro Grosjean non è certo una novità: il nostro (non sempre) numero uno si è difeso perdendo in tre set, ma con due tie-break, e si è fatto notare perlopiù per la mise che Armani gli ha confezionato per l’occasione. Insomma, il dubbio è che Volandri a 26 anni abbia deciso di trasformarsi da tennista modello a modello tennista, anche perché – dopo l’exploit del successo a Roma contro Federer – nel 2007 non ha visto più pallina o quasi. Il fatto nuovo, però, è che Filippo ha finalmente dichiarato di voler cambiare: “Dopo una carriera da numero 50, 40 o giù di lì, o faccio qualcosa adesso oppure mi rassegno alla normalità”. Ecco allora che il Nostro ha cambiato servizio, con un movimento più esterno per la prima palla e con un slice meno accentuato per la seconda. E con l’obbiettivo di avere un’arma migliore da giocarsi fuori dall’amata terra battuta: “Sia chiaro – ha detto – il tornei sul rosso li farò tutti. Però ora voglio fare risultati anche su altre superfici”. Il risultato per ora non è incoraggiante: lo stesso Grosjean ha detto di non aver avuto alcun fastidio dal servizio del livornese più amato dalle veline, considerato uno dei peggiori (se non il peggiore) tra i tennisti di livello nel circuito. Però, noi che abbiamo spesso criticato Volandri per la sua attitudine a non pensare in grande, apprezziamo molto questo suo tentativo: voler migliorarsi quando si ha già dato molto, se non tutto, è segno di intelligenza. Poi, nel caso gli andasse male, fra dodici mesi si potrebbe proporgli un’alternativa: hai visto mai, a Milano, con le sfilate…

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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