You cannot be serious!

24 Giugno 2024 di Indiscreto

Ci sono momenti epici nel tennis anche quando non riguardano un’azione di gioco. Uno di questi è il fondamentale “You cannot be serious!” gridato da John McEnroe e che abbiamo di recente rivisto nel documentario (McEnroe, di Barney Douglas) mandato in onda da Sky, il più recente (è del 2022) di quelli sul campione statunitense e fra tutti quello che ha avuto la sua collaborazione massima, insieme a quella di Borg, di Fleming e di altri, fra i quali un inspiegabile Keith Richards, che se l’è cavata con qualche frase di circostanza: di sicuro McEnroe ha sempre avuto l’ambizione (sbagliata) di fare il chitarrista e frequentava il jet-set artistico newyorkese, mentre il più vero dei Rolling Stones non è mai stato un grande appassionato di sport, guardato o praticato. Poi magari ci sbagliamo e Richards non si perde un Darderi-Cerundolo, tutto può essere.

Primo turno di Wimbledon 1981, 22 giugno (43 anni fa), il fantascientifico mancino americano ha appena iniziato a giocare contro Tom Gullikson. Il giudice di sedia è Edward James.  Sul punteggio di 1 pari, 15-30, McEnroe si vede chiamare out un servizio che, evidenziano anche le riprese televisive, fa salire una nube di gesso. James non si smuove dalla sua posizione, l’occhio di falco è qualcosa di ancora molto lontano, e l’irascibile John si scatena ulteriormente prendendosi un paio di penalty point. Oltre che una multa da 1500 dollari. Alla fine McEnroe porta a casa la partita per 7-6 7-5 6-3. Finendo poi per vincere il suo primo Wimbledon in finale con Björn Borg, che non si riprenderà più da quella sconfitta.

È uno degli episodi più importanti della storia del tennis, perché se McEnroe fosse stato squalificato (e fu davvero ad un passo dall’esserlo, i media inglesi erano compatti contro di lui e quelli statunitensi erano divisi) Borg avrebbe probabilmente vinto il torneo (l’altra semifinale, oltre a Borg-Connors, sarebbe stata Frawley-Kriek…) e avrebbe rinviato di un anno il sorpasso, magari gestendo diversamente la vicenda del numero minimo di tornei che avrebbe usato come pretesto per il prematuro ritiro. Ora a noi popolo del VAR chiediamo se la palla di John McEnroe, unico giocatore della storia la cui racchetta sembrava senza soluzione di continuità con il braccio, fosse veramente dentro o fuori. Ovviamente siate seri, nel rispondere.

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